lunedì 31 dicembre 2018

Celebrazione dei Vespri e canto del Te Deum (Benedetto XVI, 31 dicembre 2006)



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La celebrazione dei Vespri e il canto del Te Deum di Ringraziamento presieduti da Benedetto XVI nella Basilica Vaticana il 31 dicembre 2006.
Grazie come sempre a Gemma e auguri di Buon 2019 a tutti :-)
R.

Benedetto XVI: "Non sono le coordinate storico-politiche a condizionare le scelte di Dio, ma, al contrario, è l’avvenimento dell’Incarnazione a "riempire" di valore e di significato la storia" (Te Deum 2006)



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Il 31 dicembre 2006, in occasione della Celebrazione dei Vespri e del Te Deum di ringraziamento, Benedetto XVI tenne un'omelia particolarmente importante sulla dimensione del tempo e sul ruolo della Vergine, Madre di Dio.
Grazie come sempre a Gemma :-)
Buona fine anno a tutti...
R.


CELEBRAZIONE DEI VESPRI E DEL TE DEUM DI RINGRAZIAMENTO PER LA FINE DELL’ANNO


OMELIA DI SUA SANTITÀ BENEDETTO XVI

Basilica Vaticana

Domenica, 31 dicembre 2006


Signori Cardinali,
venerati Fratelli nell’Episcopato e nel Presbiterato,
distinte Autorità,
cari fratelli e sorelle!

Siamo raccolti nella Basilica Vaticana per rendere grazie al Signore al termine dell’anno, e cantare insieme il Te Deum. Ringrazio di cuore voi tutti che avete voluto unirvi a me in una circostanza così significativa. Saluto in primo luogo i Signori Cardinali, i venerati Fratelli nell’Episcopato e nel Presbiterato, i religiosi e le religiose, le persone consacrate ed i tanti fedeli laici che rappresentano l’intera comunità ecclesiale di Roma. In modo speciale saluto il Sindaco di Roma e le altre Autorità presenti. In questa sera del 31 dicembre si incrociano due diverse prospettive: una è legata alla fine dell’anno civile, l’altra alla solennità liturgica di Maria Santissima Madre di Dio, che conclude l’ottava del Santo Natale. Il primo evento è comune a tutti, il secondo è proprio dei credenti. Il loro incrociarsi conferisce a questa celebrazione vespertina un carattere singolare, in un particolare clima spirituale che invita alla riflessione.
Il primo tema, molto suggestivo, è quello collegato con la dimensione del tempo. Nelle ultime ore di ogni anno solare assistiamo al ripetersi di taluni "riti" mondani che, nell’attuale contesto, sono prevalentemente improntati al divertimento, vissuto spesso come evasione dalla realtà, quasi ad esorcizzarne gli aspetti negativi e a propiziare improbabili fortune. Quanto diverso deve essere l’atteggiamento della Comunità cristiana! La Chiesa è chiamata a vivere queste ore facendo propri i sentimenti della Vergine Maria. Insieme a Lei è invitata a tenere lo sguardo fisso sul Bambino Gesù, nuovo Sole apparso all’orizzonte dell’umanità e, confortata dalla sua luce, a premurarsi di presentargli "le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce degli uomini d’oggi, dei poveri soprattutto e di tutti coloro che soffrono" (Conc. Vat. II, Cost. Gaudium et spes, 1).
Si confrontano dunque due diverse valutazioni della dimensione "tempo", una quantitativa e l’altra qualitativa. Da una parte, il ciclo solare con i suoi ritmi; dall’altra, quella che san Paolo chiama la "pienezza del tempo" (Gal 4,4), cioè il momento culminante della storia dell’universo e del genere umano, quando il Figlio di Dio nacque nel mondo. Il tempo delle promesse si è compiuto e, quando la gravidanza di Maria è giunta al suo termine, "la terra – come dice un Salmo – ha dato il suo frutto" (Sal 66,7). La venuta del Messia, preannunziata dai Profeti, è l’avvenimento qualitativamente più importante di tutta la storia, alla quale conferisce il suo senso ultimo e pieno. Non sono le coordinate storico-politiche a condizionare le scelte di Dio, ma, al contrario, è l’avvenimento dell’Incarnazione a "riempire" di valore e di significato la storia. Questo, noi che veniamo dopo duemila anni da quell’evento, possiamo affermarlo, per così dire, anche a posteriori, dopo aver conosciuto tutta la vicenda di Gesù, fino alla sua morte e risurrezione. Noi siamo testimoni, contemporaneamente, della sua gloria e della sua umiltà, del valore immenso della sua venuta e dell’infinito rispetto di Dio per noi uomini e per la nostra storia. Egli non ha riempito il tempo riversandosi in esso dall’alto, ma "dall’interno", facendosi piccolo seme per condurre l’umanità fino alla sua piena maturazione. Questo stile di Dio ha fatto sì che ci sia voluto un lungo tempo di preparazione per giungere da Abramo a Gesù Cristo, e che dopo la venuta del Messia la storia non sia finita, ma abbia continuato il suo corso, apparentemente uguale, in realtà ormai visitata da Dio e orientata verso la seconda e definitiva venuta del Signore, alla fine dei tempi. Di tutto ciò è simbolo reale, potremmo dire è sacramento la Maternità di Maria, che è al tempo stesso un evento umano e divino.
Nel brano della Lettera ai Galati, che poco fa abbiamo ascoltato, san Paolo afferma: "Dio mandò il suo Figlio, nato da donna" (Gal4,4). Origene commenta: "Osserva bene come non ha detto: nato tramite una donna, bensì: nato da una donna" (Commento alla Lettera ai GalatiPG 14, 1298). Questa acuta osservazione del grande esegeta e scrittore ecclesiastico è importante: infatti, se il Figlio di Dio fosse nato solamente "tramite" una donna, non avrebbe realmente assunto la nostra umanità, cosa che invece ha fatto prendendo carne "da" Maria. La maternità di Maria, dunque, è vera e pienamente umana. Nell’espressione "Dio mandò il suo Figlio nato da donna" si trova condensata la verità fondamentale su Gesù come Persona divina che ha pienamente assunto la nostra natura umana. Egli è il Figlio di Dio, è generato da Lui, e al tempo stesso è figlio di una donna, Maria. Viene da lei. E’ da Dio e daMaria. Per questo la Madre di Gesù si può e si deve chiamare Madre di Dio. Questo titolo, che in greco suona Theotókos, compare per la prima volta, probabilmente proprio nell’area di Alessandria d’Egitto, dove nella prima metà del terzo secolo visse, appunto, Origene. Esso però fu definito dogmaticamente solo due secoli dopo, nel 431, dal Concilio di Efeso, città nella quale ho avuto la gioia di recarmi in pellegrinaggio un mese fa, durante il viaggio apostolico in Turchia. Proprio ripensando a questa indimenticabile visita, come non esprimere tutta la mia filiale gratitudine alla Santa Madre di Dio per la speciale protezione che in quei giorni di grazia mi ha accordato?
Theotókos, Madre di Dio: ogni volta che recitiamo l’Ave Maria, ci rivolgiamo alla Vergine con questo titolo, supplicandola di pregare "per noi peccatori". Al termine di un anno, sentiamo il bisogno di invocare in modo tutto speciale la materna intercessione di Maria Santissima per la città di Roma, per l’Italia, per l’Europa e per il mondo intero. A Lei, che è la Madre della Misericordia incarnata, affidiamo soprattutto le situazioni nelle quali solo la grazia del Signore può recare pace, conforto, giustizia. "Nulla è impossibile a Dio" (Lc 1,37), si sentì dire la Vergine dall’Angelo che le annunciava la sua divina maternità. Maria credette, e per questo è beata (cfr Lc 1,45). Ciò che è impossibile all’uomo, diventa possibile per chi crede (cfr Mc 9,23). Perciò, mentre si chiude il 2006 e si intravede già l’alba del 2007, domandiamo alla Madre di Dio che ci ottenga il dono di una fede matura: una fede che vorremmo assomigliasse per quanto possibile alla sua, una fede limpida, genuina, umile e al tempo stesso coraggiosa, intrisa di speranza e di entusiasmo per il Regno di Dio, una fede scevra di ogni fatalismo e tutta protesa a cooperare in piena e gioiosa obbedienza alla divina volontà, nell’assoluta certezza che Dio non vuole altro che amore e vita, sempre e per tutti.
Ottienici, o Maria, una fede autentica e pura. Che tu sia sempre ringraziata e benedetta, santa Madre di Dio! Amen!
     
© Copyright 2006 - Libreria Editrice Vaticana

martedì 25 dicembre 2018

Benedetto XVI: Uomo moderno, adulto eppure talora debole nel pensiero e nella volontà, lasciati prender per mano dal Bambino di Betlemme; non temere, fidati di Lui! (Urbi et Orbi, 25.12.2005)



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Il 25 dicembre 2005, in occasione del primo Messaggio Urbi et Orbi natalizio del suo Pontificato, Benedetto XVI pronunciò parole molto importanti e intense, che possiamo riascoltare in questo video. Di seguito la trascrizione integrale.
Grazie come sempre a Gemma.
Tantissimi auguri di Buon Natale a tutti voi e alle vostre famiglie :-)
R.


MESSAGGIO URBI ET ORBI

DI SUA SANTITÀ BENEDETTO XVI


NATALE 2005

Vi annunzio una grande gioia… oggi vi è nato nella città di Davide un Salvatore: Cristo Signore” (Lc 2,10-11). Questa notte abbiamo riascoltato le parole dell’Angelo ai pastori, ed abbiamo rivissuto il clima di quella Notte santa, la Notte di Betlemme, quando il Figlio di Dio si è fatto uomo e, nascendo in una povera grotta, ha posto la sua dimora fra noi. In questo giorno solenne risuona l’annuncio dell’Angelo ed è invito anche per noi, uomini e donne del terzo millennio, ad accogliere il Salvatore. Non esiti l’odierna umanità a farlo entrare nelle proprie case, nelle città, nelle nazioni e in ogni angolo della terra! E’ vero, nel corso del millennio da poco concluso e specialmente negli ultimi secoli, tanti sono stati i progressi compiuti in campo tecnico e scientifico; vaste sono le risorse materiali di cui oggi possiamo disporre. L’uomo dell’era tecnologica rischia però di essere vittima degli stessi successi della sua intelligenza e dei risultati delle sue capacità operative, se va incontro ad un’atrofia spirituale, ad un vuoto del cuore. Per questo è importante che apra la propria mente e il proprio cuore al Natale di Cristo, evento di salvezza capace di imprimere rinnovata speranza all’esistenza di ogni essere umano.  
Svegliati, uomo: poiché per te Dio si è fatto uomo” (Sant’Agostino, Discorsi, 185). Svegliati, uomo del terzo millennio! A Natale l’Onnipotente si fa bambino e chiede aiuto e protezione. Il suo modo di essere Dio mette in crisi il nostro modo di essere uomini; il suo bussare alle nostre porte ci interpella, interpella la nostra libertà e ci chiede di rivedere il nostro rapporto con la vita e il nostro modo di concepirla. L’età moderna è spesso presentata come risveglio dal sonno della ragione, come il venire alla luce dell’umanità che emergerebbe da un periodo buio. Senza Cristo, però, la luce della ragione non basta a illuminare l’uomo e il mondo. Per questo la parola evangelica del giorno di Natale - “Veniva nel mondo / la luce vera, / quella che illumina ogni uomo” (Gv 1,9) – echeggia più che mai come annuncio di salvezza per tutti. “Nel mistero del Verbo incarnato trova vera luce il mistero dell’uomo” (Cost. Gaudium et spes, 22).La Chiesa ripete senza stancarsi questo messaggio di speranza, ribadito dal Concilio Vaticano II che si è concluso proprio quarant’anni or sono. 
Uomo moderno, adulto eppure talora debole nel pensiero e nella volontà, lasciati prender per mano dal Bambino di Betlemme; non temere, fidati di Lui! La forza vivificante della sua luce ti incoraggia ad impegnarti nell’edificazione di un nuovo ordine mondiale, fondato su giusti rapporti etici ed economici. Il suo amore guidi i popoli e ne rischiari la comune coscienza di essere “famiglia” chiamata a costruire rapporti di fiducia e di vicendevole sostegno. L’umanità unita potrà affrontare i tanti e preoccupanti problemi del momento presente: dalla minaccia terroristica alle condizioni di umiliante povertà in cui vivono milioni di esseri umani, dalla proliferazione delle armi alle pandemie e al degrado ambientale che pone a rischio il futuro del pianeta. 
Il Dio che si è fatto uomo per amore dell’uomo sostenga quanti operano in Africa a favore della pace e dello sviluppo integrale, opponendosi alle lotte fratricide, perché si consolidino le attuali transizioni politiche ancora fragili, e siano salvaguardati i più elementari diritti di quanti versano in tragiche situazioni umanitarie, come nel Darfur ed in altre regioni dell’Africa centrale. Induca i popoli latino-americani a vivere in pace e concordia. Infonda coraggio agli uomini di buona volontà, che operano in Terra Santa, in Iraq, in Libano, dove i segni di speranza, che pure non mancano, attendono di essere confermati da comportamenti ispirati a lealtà e saggezza; favorisca i processi di dialogo nella Penisola coreana e altrove nei Paesi asiatici, perché, superate pericolose divergenze, si giunga, in spirito amichevole, a coerenti conclusioni di pace, tanto attese da quelle popolazioni.   
Nel Natale il nostro animo si apre alla speranza contemplando la gloria divina nascosta nella povertà di un Bambino avvolto in fasce e deposto in una mangiatoia: è il Creatore dell’universo, ridotto all’impotenza di un neonato! Accettare questo paradosso, il paradosso del Natale, è scoprire la Verità che rende liberi, l’Amore che trasforma l’esistenza. Nella Notte di Betlemme, il Redentore si fa uno di noi, per esserci compagno sulle strade insidiose della storia. Accogliamo la mano che Egli ci tende: è una mano che nulla vuole toglierci, ma solo donare. 
Con i pastori entriamo nella capanna di Betlemme sotto lo sguardo amorevole di Maria, silenziosa testimone della nascita prodigiosa. Ci aiuti Lei a vivere un buon Natale; ci insegni a custodire nel cuore il mistero di Dio, che per noi si è fatto uomo; ci guidi a testimoniare nel mondo la sua verità, il suo amore, la sua pace. 
   
© Copyright 2005 - Libreria Editrice Vaticana

lunedì 3 dicembre 2018

L'arrivo di Benedetto XVI al Duomo di Vienna, 9 settembre 2007 (YouTube)



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Le emozionanti e commoventi immagini dell'arrivo di Papa Benedetto XVI al duomo di Vienna in occasione del Viaggio Apostolico in Austria.
Grazie come sempre a Gemma :-)
R.

venerdì 23 novembre 2018

venerdì 16 novembre 2018

E così il Padre Celeste non ci induce in tentazione ma rischiamo che ci abbandoni ad essa?

Cari amici,
leggo della "messa a punto" della nuova traduzione del "Padre Nostro" che, come mi spiegò fin dall'asilo Suor Giuseppina, è la preghiera che Gesù stesso ci ha insegnato.
Se ho capito bene il Padre, adeguandosi un po' al politicamente e religiosamente corretto, non ci induce più in tentazione ma, comunque, corriamo il rischio che ci abbandoni ad essa.
Dio ci abbandona? Ohibò! Questa è nuova!
Magari una riflessione teologica in più sarebbe stata necessaria...

Comunque immaginiamo la confusione prossima ventura:
1) a Messa i cattolici praticanti imparano il nuovo testo;
2) a Messa altri cattolici praticanti continuano a recitare il testo tradizionale;
3) a Messa i cattolici che partecipano solo a Battesimi, Matrimoni e Funerali continuano a recitare il "vecchio" testo;
4) coloro che dissentono (praticanti o meno) si mettono a recitare il Pater in latino.

Caspita! Che minestrone.
Più in generale se un fedele assiste ad una messa in San Pietro nella quale si fa uso del latino (sorvoliamo sugli strafalcioni che si odono negli ultimi anni...) reciterà il Padre Nostro in un modo, se va in parrocchia in un altro.
Si può dire "bah" o si rischia la scomunica?
Nel dubbio credo che il quarto punto sia quello che fa per me :-)
Buona giornata 
R.

p.s. Nessuno osi mettere mano al testo latino...chissà che cosa verrebbe fuori: desinenze sbagliate, casi inventati :-)

giovedì 1 novembre 2018

Benedetto XVI: per me sono "indicatori di strada" le persone buone...che non saranno mai canonizzate (YouTube)



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Nell'udienza generale del 13 maggio 2011 Benedetto XVI dedica la catechesi alla "santità" ed aggiunge un bellissimo brano "a braccio" riproposto in questo video. La frase esatta (troncata nel titolo) è la seguente: "In realtà devo dire che anche per la mia fede personale molti santi, non tutti, sono vere stelle nel firmamento della storia. E vorrei aggiungere che per me non solo alcuni grandi santi che amo e che conosco bene sono "indicatori di strada", ma proprio anche i santi semplici, cioè le persone buone che vedo nella mia vita, che non saranno mai canonizzate. Sono persone normali, per così dire, senza eroismo visibile, ma nella loro bontà di ogni giorno vedo la verità della fede. Questa bontà, che hanno maturato nella fede della Chiesa, è per me la più sicura apologia del cristianesimo e il segno di dove sia la verità".

BUONA FESTA DI OGNISSANTI A TUTTI :-)

Grazie a Gemma per il video.

Elogio della nostalgia (Valli)

Clicca qui per leggere il bellissimo commento di Valli segnalatoci da MedievAle :-)
Buona Festa a tutti :-)
R.

domenica 21 ottobre 2018

Viganò risponde a Ouellet. I commenti di Tosatti e Valli. Intanto i media stranieri discutono di silenzi mentre in Italia si "fischietta"

Viganò risponde al card. Ouellet (Tosatti)

Monsignor Viganò: “Ecco come rispondo al cardinale Ouellet. E’ il momento di uscire allo scoperto” (Valli)

Intanto i media stranieri (non certo tradizionalisti e conservatori) commentano la vicenda. Clicca qui per la reazione della Frankfurter Allgemeine Zeitung e qui per quella del Washington Times.
Si tratta di due esempi ma altri media hanno reagito.
In Italia? Vietato toccare l'argomento se non per criticare Viganò.
Chissà che cosa sarebbe accaduto con Papa Benedetto...ah già...lo sappiamo!
Buona domenica a tutti :-)
R.

lunedì 8 ottobre 2018

Ouellet conferma ufficialmente: Benedetto XVI impose a McCarrick "restrizioni" (cioè sanzioni)

Cari amici,
il documento pubblicato ieri a firma del card. Ouellet è di fondamentale importanza perchè per la prima volta e ufficialmente si ammette che a carico di McCarrick ci furono sanzioni (o restrizioni o prescrizioni o imposizioni o...vabbè...non ho qui vicino il vocabolario dei sinonimi e contrari...) e che le medesime furono comminate da Benedetto XVI.
Fatti, non parole. Il testo è lunghissimo ma a me interessa solo quel punto centrale che non solo non confuta le affermazioni di Mons. Viganò ma le conferma.
Invito il Vaticano a rispondere nel merito slle questioni sollevate dall'ex nunzio evitando di attaccarlo sul piano personale. Quando si vuole difendere qualcuno è necessario portare fatti e testimonianze, non opinioni personali.
Il punto è che McCarrick non si è mai presentato in pubblico come strenuo sostenitore di Benedetto XVI e mai ha avuto da lui il permesso di viaggiare. 
Qualche commento:

Ouellet contro Viganò, ma conferma sanzioni McCarrick (Tosatti)

Ouellet attacca Viganò, ma non gli risponde. Anzi, conferma le sanzioni a carico di McCarrick (Valli)


sabato 6 ottobre 2018

Proselitismo e attrazione: le parole di Benedetto XVI ad Aparecida (13 maggio 2007)



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Oggi si cita spesso la frase sul proselitismo e la Chiesa che cresce per attrazione. E' bene rileggere attentamente tutto il testo per comprendere bene le parole del Santo Padre.
Grazie come sempre a Gemma :-)


SANTA MESSA DI INAUGURAZIONE
DELLA V CONFERENZA GENERALE
DELL’EPISCOPATO LATINOAMERICANO E DEI CARAIBI
OMELIA DI SUA SANTITÀ BENEDETTO XVI

Spianata del Santuario dell'Aparecida
VI Domenica di Pasqua, 13 maggio 2007

 
Cari Fratelli nell’Episcopato,
cari sacerdoti e voi tutti, fratelli e sorelle nel Signore!

Non ci sono parole per esprimere la gioia di trovarmi con voi per celebrare questa solenne Eucaristia, in occasione dell’apertura della Quinta Conferenza Generale dell’Episcopato Latinoamericano e dei Caraibi. Rivolgo a ciascuno di voi il mio saluto più cordiale, in particolare all’Arcivescovo Raymundo Damasceno Assis, che ringrazio per le parole indirizzatemi a nome dell’intera assemblea, e ai Cardinali Presidenti di questa Conferenza Generale. Saluto con deferenza le Autorità civili e militari che ci onorano della loro presenza. Da questo Santuario estendo il mio pensiero, colmo di affetto e di preghiera, a tutti coloro che sono spiritualmente uniti a noi, in modo speciale alle comunità di vita consacrata, ai giovani impegnati nelle associazioni e nei movimenti, alle famiglie, come pure ai malati e agli anziani. A tutti dico: “Grazia a voi e pace da Dio Padre nostro e dal Signore Gesù Cristo (1 Cor 1,3).
Considero un dono speciale della Provvidenza che questa Santa Messa venga celebrata in questo tempo e in questo luogo
Il tempo è quello liturgico di Pasqua, giunto alla sesta Domenica: è ormai vicina la Pentecoste, e la Chiesa è invitata ad intensificare l’invocazione allo Spirito Santo. Il luogo è il Santuario nazionale di Nostra Signora  Aparecida, cuore mariano del Brasile: Maria ci accoglie in questo Cenacolo e, quale Madre e Maestra, ci aiuta ad elevare a Dio una preghiera unanime e fiduciosa. Questa celebrazione liturgica costituisce il fondamento più solido della V Conferenza, perché pone alla sua base la preghiera e l’Eucaristia, Sacramentum caritatis. 
In effetti, solo la carità di Cristo, effusa dallo Spirito Santo, può fare di questa riunione un autentico evento ecclesiale, un momento di grazia per questo Continente e per il mondo intero. Oggi pomeriggio avrò la possibilità di entrare nel merito dei contenuti suggeriti dal tema della vostra Conferenza. Ora lasciamo spazio alla Parola di Dio, che abbiamo la gioia di accogliere insieme sul modello di Maria, Nostra Signora della Concezione, con cuore aperto e docile affinché, per la potenza dello Spirito Santo, Cristo possa nuovamente “prendere carne” nell’oggi della nostra storia.
La prima Lettura, tratta dagli Atti degli Apostoli, fa riferimento al cosiddetto “concilio di Gerusalemme”, che affrontò la questione se ai pagani diventati cristiani si dovesse imporre l’osservanza della legge mosaica. Il testo, saltando la discussione tra “gli apostoli e gli anziani” (vv. 4-21), riporta la decisione finale, che viene messa per iscritto in una lettera e affidata a due delegati, perché la rechino alla comunità di Antiochia (vv. 22-29). Questa pagina degli Atti è molto appropriata per noi, che pure siamo qui convenuti per una riunione ecclesiale. Ci richiama il senso del discernimento comunitario intorno alle grandi problematiche che la Chiesa incontra lungo il suo cammino e che vengono chiarite dagli “apostoli” e dagli “anziani” con la luce dello Spirito Santo, il quale, come dice il Vangelo odierno, ricorda l’insegnamento di Gesù Cristo (cfr Gv 14,26) e così aiuta la comunità cristiana a camminare nella carità verso la piena verità (cfr Gv 16,13). 
I capi della Chiesa discutono e si confrontano, ma sempre in atteggiamento di religioso ascolto della Parola di Cristo nello Spirito Santo. Perciò alla fine possono affermare: “Abbiamo deciso, lo Spirito Santo e noi…” (At 15,28).
Questo è il “metodo” con cui operiamo nella Chiesa, nelle piccole come nelle grandi assemblee. Non è solo una questione di procedura; è il riflesso della natura stessa della Chiesa, mistero di comunione con Cristo nello Spirito Santo.

Nel caso delle Conferenze Generali dell’Episcopato Latinoamericano e dei Caraibi, la prima, quella del 1955 a Rio de Janeiro, si avvalse di una speciale Lettera inviata dal Papa Pio XII, di venerata memoria; nelle successive, fino all’attuale, è stato il Vescovo di Roma a raggiungere la sede della riunione continentale per presiederne le fasi iniziali. Con devota riconoscenza rivolgiamo il nostro pensiero ai Servi di Dio Paolo VI e Giovanni Paolo II, che alle Conferenze di Medellín, Puebla e Santo Domingo hanno portato la testimonianza della vicinanza della Chiesa universale alle Chiese che sono in America Latina e che costituiscono, in proporzione, la maggior parte della Comunità cattolica.
Lo Spirito Santo e noi”. Questo è la Chiesa: noi, la comunità credente, il Popolo di Dio, con i suoi Pastori chiamati a guidarne il cammino; insieme con lo Spirito Santo, Spirito del Padre mandato nel nome del Figlio Gesù, Spirito di Colui che è “più grande” di tutti e che ci è dato mediante Cristo, fattosi “piccolo” per noi. Spirito Paraclito, Ad-vocatus, Difensore e Consolatore. Egli ci fa vivere alla presenza di Dio, nell’ascolto della sua Parola, liberi dal turbamento e dal timore, con nel cuore la pace che Gesù ci ha lasciato e che il mondo non può dare (cfr Gv 14,26-27). Lo Spirito accompagna la Chiesa nel lungo cammino che si distende tra la prima e la seconda venuta di Cristo: “Vado e tornerò a voi” (Gv 14,28), disse Gesù agli Apostoli. Tra l’“andata” e il “ritorno” di Cristo c’è il tempo della Chiesa, che è il suo Corpo; ci sono i duemila anni finora trascorsi; ci sono anche questi cinque secoli e più in cui la Chiesa si è fatta pellegrina nelle Americhe, diffondendo nei credenti la vita di Cristo attraverso i Sacramenti e spargendo in queste terre il buon seme del Vangelo, che ha reso dove il trenta, dove il sessanta e dove il cento per uno. Tempo della Chiesa, tempo dello Spirito: è Lui il Maestro che forma i discepoli: li fa innamorare di Gesù; li educa all’ascolto della sua Parola, alla contemplazione del suo Volto; li conforma alla sua Umanità beata, povera in spirito, afflitta, mite, affamata di giustizia, misericordiosa, pura di cuore, operatrice di pace, perseguitata per la giustizia (cfr Mt 5,3-10). Così, grazie all’azione dello Spirito Santo, Gesù diventa la “Via” sulla quale il discepolo cammina. “Se uno mi ama osserverà la mia parola”, dice Gesù all’inizio del brano evangelico odierno. “La parola che voi ascoltate non è mia, ma del Padre che mi ha mandato” (Gv 14,23-24). Come Gesù trasmette le parole del Padre, così lo Spirito ricorda alla Chiesa le parole di Cristo (cfr Gv 14,26). E come l’amore per il Padre portava Gesù a cibarsi della sua volontà, così il nostro amore per Gesù si dimostra nell’obbedienza alle sue parole. La fedeltà di Gesù alla volontà del Padre può comunicarsi ai discepoli grazie allo Spirito Santo, che riversa l’amore di Dio nei loro cuori (cfr Rm 5,5).
Il Nuovo Testamento ci presenta Cristo come missionario del Padre. Specialmente nel Vangelo di Giovanni, tante volte Gesù parla di sé in relazione al Padre che lo ha inviato nel mondo. Così, anche nel testo di oggi, Gesù dice: “la parola che voi ascoltate non è mia, ma del Padre che mi ha mandato” (Gv 14,24). In questo momento, cari amici, siamo invitati a fissare lo sguardo su di Lui, perché la missione della Chiesa sussiste solo in quanto prolungamento di quella di Cristo: “Come il Padre ha mandato me, anch’io mando voi” (Gv 20,21). E l’evangelista mette in risalto, anche plasticamente, che questo passaggio di consegne avviene nello Spirito Santo: “Alitò su di loro e disse: «Ricevete lo Spirito Santo…»” (Gv 20,22). La missione di Cristo si è compiuta nell’amore. Egli ha acceso nel mondo il fuoco della carità di Dio (cfr Lc 12,49). E’ l’Amore che dà la vita: per questo la Chiesa è inviata a diffondere nel mondo la carità di Cristo, perché gli uomini e i popoli “abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza” (Gv 10,10). Anche a voi, che rappresentate la Chiesa in America Latina, ho la gioia di riconsegnare oggi idealmente la mia Enciclica Deus caritas est, con la quale ho voluto indicare a tutti ciò che è essenziale nel messaggio cristiano. 

La Chiesa si sente discepola e missionaria di questo Amore: missionaria solo in quanto discepola, cioè capace di lasciarsi sempre attrarre con rinnovato stupore da Dio, che ci ha amati e ci ama per primo (cfr 1 Gv 4,10). La Chiesa non fa proselitismo. Essa si sviluppa piuttosto per “attrazione”: come Cristo “attira tutti a sé” con la forza del suo amore, culminato nel sacrificio della Croce, così la Chiesa compie la sua missione nella misura in cui, associata a Cristo, compie ogni sua opera in conformità spirituale e concreta alla carità del suo Signore.

Cari fratelli! Ecco il tesoro inestimabile di cui è ricco il Continente latinoamericano, ecco il suo patrimonio più prezioso: la fede in Dio Amore, che in Cristo Gesù ha rivelato il suo volto. Voi credete in Dio Amore: questa è la vostra forza, che vince il mondo, la gioia che nulla e nessuno potrà togliervi, la pace che Cristo vi ha conquistato con la sua Croce! E’ questa fede che ha fatto dell’America il “Continente della speranza”. Non un’ideologia politica, non un movimento sociale, non un sistema economico; è la fede in Dio Amore, incarnato, morto e risorto in Gesù Cristo, l’autentico fondamento di questa speranza che tanti frutti magnifici ha portato, dall’epoca della prima evangelizzazione fino ad oggi, come attesta la schiera di Santi e Beati che lo Spirito ha suscitato in ogni parte del Continente. Il Papa Giovanni Paolo II vi ha chiamato ad una nuova evangelizzazione, e voi avete accolto il suo mandato con la generosità e l’impegno che vi sono tipici. Io ve lo confermo e, con le parole di questa Quinta Conferenza, vi dico: siate fedeli discepoli, per essere coraggiosi ed efficaci missionari.
La seconda Lettura ci ha presentato la stupenda visione della Gerusalemme celeste. E’ un’immagine di splendida bellezza, in cui nulla è decorativo, ma tutto concorre alla perfetta armonia della Città santa. Scrive il veggente Giovanni che questa “scendeva dal cielo, da Dio, risplendente della gloria di Dio” (Ap 20,10). Ma la gloria di Dio è l’Amore; pertanto la Gerusalemme celeste è icona della Chiesa tutta santa e gloriosa, senza macchia né ruga (cfr Ef 5,27), irradiata al suo centro e in ogni sua parte dalla presenza di Dio Carità. E’ chiamata “sposa”, “la sposa dell’Agnello” (Ap 20,9), perché in essa trova compimento la figura nuziale che attraversa dal principio alla fine la rivelazione biblica. La Città-Sposa è patria della piena comunione di Dio con gli uomini; in essa non c’è bisogno di alcun tempio né di alcuna fonte esterna di luce, perché la presenza di Dio e dell’Agnello è immanente e la illumina dall’interno.
Questa stupenda icona ha valore escatologico: esprime il mistero di bellezza che già costituisce la forma della Chiesa, anche se nonè ancora giunto alla sua pienezza. E’ la meta del nostro pellegrinaggio, la patria che ci attende e alla quale aneliamo. Vederla con gli occhi della fede, contemplarla e desiderarla, non deve costituire motivo di evasione dalla realtà storica in cui la Chiesa vive condividendo le gioie e le speranze, i dolori e le angosce dell’umanità contemporanea, specialmente dei più poveri e sofferenti (cfr Cost. Gaudium et spes, 1). Se la bellezza della Gerusalemme celeste è la gloria di Dio, cioè il suo amore, è proprio e solo nella carità che possiamo avvicinarci ad essa e in qualche misura già abitarvi. Chi ama il Signore Gesù e osserva la sua parola sperimenta già in questo mondo la misteriosa presenza di Dio Uno e Trino, come abbiamo sentito nel Vangelo: “Noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui” (Gv 14,23). Ogni cristiano, perciò, è chiamato a diventare pietra viva di questa stupenda “dimora di Dio con gli uomini”. Che magnifica vocazione!
Una Chiesa tutta animata e mobilitata dalla carità di Cristo, Agnello immolato per amore, è l’immagine storica della Gerusalemme celeste, l’anticipo della Città santa, splendente della gloria di Dio. Essa sprigiona una forza missionaria irresistibile, che è la forza della santità. La Vergine Maria ottenga alla Chiesa in America Latina e nei Caraibi di essere abbondantemente rivestita di potenza dall’alto (cfr Lc 24,49) per irradiare nel Continente e in tutto il mondo la santità di Cristo. A Lui sia gloria, con il Padre e lo Spirito Santo, nei secoli dei secoli. Amen.


© Copyright 2007 - Libreria Editrice Vaticana   

venerdì 28 settembre 2018

Mons. Viganò torna a parlare e a chiedere risposte (e noi con lui...)

Clicca qui per leggere il testo del nuovo intervento di Mons. Viganò sul blog di Aldo Maria Valli.
Anche noi rivolgiamo un appello a chi di dovere affinché si faccia un po' di chiarezza. Il silenzio non è mai una buona strategia anche (e soprattutto) quando viene interrotto da frecciatine qua e là che sortiscono l'unico effetto di irritare ancora di più i fedeli.
Non ci si adagi sui comodi allori della benevolenza dei media. 
Prima o poi TUTTO viene al pettine e magari proprio non ci si può difendere.
Ah, per inciso, i sostenitori del nuovo corso evitino di insinuare che una eventuale risposta del vaticano finirebbe per coinvolgere anche precedenti Pontificati. Si preoccupino invece di approfondire i casi Inzoli, Grassi, Murphy O’Connor...
Aspettiamo ancora una ricostruzione giornalista del famoso "circolo" di San Gallo.
R.

sabato 22 settembre 2018

Dopo il NYT anche Der Spiegel perde lo scettro: non è più la "Bibbia" dei media nostrani

Cari amici,
noto che dopo il NYT anche il settimanale tedesco Der Spiegel ha perso il diritto alla citazione diretta e immediata sui nostri mass media.
Come cambiano i tempi e così velocemente...
Pensate che cosa sarebbe accaduto se Papa Benedetto avesse subito un attacco simile.
Ah no! Non dobbiamo immaginare nulla perchè è accaduto e più di una volta.
Clicca qui per accedere al sito del settimanale.
Clicca qui per un commento in inglese.
Qui il commento di Marco Tosatti.
Stavolta sarà difficile accusare l'interlocutore si fare parte dell'ala più conservatrice e tradizionalista della chiesa.
R.

giovedì 20 settembre 2018

La grande preoccupazione di Benedetto XVI per la Chiesa in una lettera del novembre 2017

Clicca qui per leggere l'articolo pubblicato da Bild. Qui una traduzione molto fedele.
Si tratta di un documento e di una testimonianza molto importanti.
Stringiamoci tutti in una preghiera speciale per Papa Benedetto.
R.

mercoledì 19 settembre 2018

Che strano! Il NYT non è più la "Bibbia" per i giornali di casa nostra? Nemmeno un riferimento? Tutto tace? Come cambiano i tempi (e i giornalisti)...

Cari amici,
devo confessare che nel 2010 avevo paura di collegarmi con i siti dei maggiori quotidiani italiani perchè c'era sempre il rischio di qualche "novità" su Papa Benedetto, novità poi puntualmente smentita dai fatti...
Di solito i "suggeritori" erano i grandi giornali americani, in particolare il New York Times.
A volte mi capitava di fare il percorso contrario: mi collegavo prima con il NYT, trovavo la notizia-bomba (e già mi preparavo a controbattere) e aspettavo "ansiosa" che il botto arrivasse in Italia. Non ci voleva molto. Diciamo una mezzoretta o, al massimo, un'ora.
I tempi, cari amici, sono decisamente cambiati per il Papato.
Da ore e ore il sito del New York Times e quello del Washington Post rilanciano una notizia della Associated Press che circola da ieri sera.
Qui la news sul NYT.
Trovate la vicenda perfettamente spiegato da Marco Tosatti in questo post.
Sicuramente ci verrà data una spiegazione a tutto ciò (oppure no?). Sta di fatto che i siti dei grandi quotidiani italiani ignorano completamente la notizia.
Ma come? Il NYT non è la "Bibbia" del giornalismo? Non era oro colato ai tempi di Papa Benedetto? Non era un'autorità indiscussa quando criticava Ratzinger? 
Si vede che i tempi cambiano e anche i giornalisti...
Solo una cosa resta intatta: la "beata" coerenza dei media. Eh sì...vabbè!
R.

p.s. quanto riportato sui giornali online stranieri è falso? Bene...lo si dica e si spieghi tutta la faccenda. Il silenzio può andare bene solo ad alcuni commentatori "interessati".

giovedì 6 settembre 2018

Padre Raymond J. de Souza: McCarrick ha sfidato e disubbidito più volte a Benedetto XVI. Ecco Quando

Clicca qui per leggere il testo originale dell'articolo segnalatoci da Alessia.
Qui una traduzione in italiano ad opera di Sabino Paciolla.
Leggete, media, leggete...

mercoledì 5 settembre 2018

Decalogo per giornalisti che seguono l'attuale Pontificato

Cari amici,
ricordate il decalogo scritto anni fa per i giornalisti che seguivano l'attività di Papa Benedetto?
Rinfreschiamoci la memoria:

IL DECALOGO DEL BLOG PER GIORNALISTI CHE VOGLIONO DEPOTENZIARE O CANCELLARE L'EFFETTO DELLE PAROLE DI BENEDETTO XVI

Leggete in particolare il punto 4. Da brividi :-)

E' assolutamente necessario sospendere il decalogo scritto sotto il Pontificato precedente e aggiornarlo alla luce dei fatti.

DECALOGO PER GIORNALISTI CHE SEGUONO L'ATTUALE PONTIFICATO

1) Ricorda che qualunque azione faccia il Papa è cosa buona e giusta. Non criticare mai e conferma ogni scelta (qualunque cosa facesse Papa Benedetto era sbagliata o, al massimo, insufficiente);

2) Ricorda che ogni parola del Papa è sempre da applaudire e amplificare (qualunque cosa dicesse Papa Benedetto era sbagliata o, al massimo, insufficiente);

3) Ricorda che anche il silenzio del Papa è d'oro. Se parla, egli è nel giusto; se decide di tacere è ancora più nel giusto (Ratzinger invece non poteva stare in silenzio. A lui era richiesto di parlare, chiarire e precisare...);

4) Non chiedere mai al Papa di fare qualcosa. Se la fa, agisce per il meglio ma, in caso contrario, non discutere (a Benedetto si richiedeva di fare e di fare molto anche se poi non era mai sufficiente);

5) Non pretendere che il Vaticano rilasci precisazioni o chiarimenti. Se tace ci sarà una ragione. Probabilmente non si vuole dare troppa importanza agli avversari (con Ratzinger il telefono di padre Lombardi era sempre bollente...);

6) Se il Vaticano, alla fine, decide di rilasciare una dichiarazione, applaudi incondizionatamente. Evidentemente c'era bisogno di dare un segnale (con Ratzinger spesso le dichiarazioni venivano ignorare o, al massimo, ritenute non pertinenti o insufficienti);

7) Non citare mai e poi mai i nomi di Danneels, Mahony, Inzoli, Barros e altri. 
Già che ci sei non fare il nome di Maciel. Ignora completamente l'esistenza del famoso "circolo" di San Gallo (Ratzinger? Beh, qui difficilmente lo si può attaccare quindi meglio tacere);

8) Se e quando (molto raramente) qualcuno pone delle domande su singole azioni o omissioni, tu affidati alla REGOLA D'ORO: tenta di coinvolgere impunemente Joseph Ratzinger e, se necessario, Giovanni Paolo II. Non farti scrupoli nè problemi;

9) Ignora che l'attuale Pontificato è iniziato il 13 marzo 2013. Sono passati più di 2000 giorni, ma non farti scrupoli: quando è necessario, insinua nel lettore la certezza che tutti i fatti irrisolti derivino da Ratzinger o Wojtyla;

10) Non dimenticare di chiedere un parere positivo a Melloni.

lunedì 3 settembre 2018

La verità su McCarrick? Follow the money! (Valli)

Clicca qui per leggere l'articolo.
Ce l'ha insegnato anche il compianto giudice Falcone. Prima regola: seguire i soldi!
R.

Mons. Negri: Lo scandalo degli scandali è che la Chiesa non parla più di Gesù Cristo

Clicca qui per leggere l'intervista segnalataci da Maura.

Padre Scalese: «Le leggi son, ma chi pon mano ad esse?»

Clicca qui per leggere il commento segnalatoci da Maura.
In effetti le leggi ci sono. Pare però che la rigorosa applicazione delle medesime sia considerata "legalismo". Fiera di essere legalista :-)
Buona settimana a tutti
R.

sabato 1 settembre 2018

ABC. La pedofilia è uno dei delicta graviora!

Oh Signore!!!
La pedofilia fa parte dei "delicta graviora", non siamo di fronte a una semplice trasgressione o a un delitto che può essere sanzionato come tutti gli altri. La competenza in materia di pedofilia è riservata alla Santa Sede. E' così dal 2001 quando con la lettera "De delictis gravioribus" il Vaticano sottrasse, per iniziativa dell'allora cardinale Ratzinger, la competenza sugli abusi ai vescovi che spesso e volentieri insabbiavano...
R.

Viganò Report, le quattro contraddizioni in cui incorrono i giornalisti cercando anche di sminuire il lavoro di Papa Benedetto (R.)

Cari amici,
credo che sia venuto il momento di evidenziare le tante contraddizioni degli avvocati difensori improvvisati che tentano in tutti i modi di evitare di rispondere a una semplice domanda: il Viganò Report è vero oppure no?
Il tentativo di sminuire il lavoro di Papa Benedetto o, peggio, di coinvolgerlo non ha ragione d'essere e risulta viziato da almeno quattro contraddizioni.
Procediamo con ordine.

1) In un primo momento gli avvocati difensori in servizio permanente attivo ci hanno detto che non esisteva alcuna prova di sanzioni comminate da Benedetto XVI all'ex cardinale McCarrick.
Di fronte alla pressione di moltissimi fedeli, parte dei vescovi e di gran parte di coloro che scrivono sui social alcuni commentatori hanno cambiato strategia (elemento di elevata pericolosità per qualsiasi difensore);

2) Nuova strategia dei media/avvocati: sì...forse esistevano quelle sanzioni però, cari lettori, dobbiamo ricordare che all'epoca (intorno al 2008-2010) non esisteva alcuna accusa di pedofilia nei confronti di McCarrick (assolutamente vero!). Si trattava semplicemente di un comportamento scandaloso perchè egli avrebbe intrattenuto relazioni e rapporti omosessuali con seminaristi e adulti (consenzienti). Nessuna sanzione per il crimine di pedofilia, quindi, ma punizione per condotta scandalosa. Un vaticanista che sicuramente non possiamo accusare di essere un "ratzingeriano" conferma questa versione. Clicca qui.
Tutto vero e allora perchè non si è indagato immediatamente? Diciamo che in tanti "ci hanno provato". E non ha funzionato...
Ma torniamo a noi, ai fatti e alle norme. 
Stiamo parlando della fattispecie di "trasgressione occulta" di cui parla il Codice di diritto canonico al Canone 1340, comma 2? E' questo il caso? 
PRIMA CONTRADDIZIONE: nonostante i tentativi di screditare Viganò, questi dice il vero sulle sanzioni. Esse esistevano e riguardavano la condotta peccaminosa del presule. Il fatto che l'ex nunzio dica la verità su una circostanza tanto importante non è cosa di poco conto. O sbaglio? Prima non sapevamo delle sanzioni, ora sì.
Bastava ragione e attingere alle fonti. E vai con la terza strategia.

3) Terza strategia (pericolosissima per le conseguenze): se anche quelle sanzioni ci sono state, ricordatevi, cari lettori, che esse rimasero sempre segrete, che McCarrick non le ha mai rispettate e che è stato visto in pubblico più volte. Ci sono le foto e i video.
In questa fase gli avvocati danno per scontata l'esistenza delle sanzioni (ma come?) e insistono sul fatto che esse erano segrete.
Bene, andiamo a leggere che cosa ci dice il Canone 1340, comma 2:

"Per una trasgressione occulta non s'imponga mai una penitenza pubblica".

Il Canone è ancora in vigore quindi chiediamoci: è questa la norma applicata?
Il Codice parla di penitenza e la penitenza, a casa mia, è una sanzione.
E' vero che McCarrick non ha rispettato in pieno la prescrizione ma ciò non toglie che la sanzione esistesse e che i vescovi (non il nunzio) avessero l'obbligo di farla rispettare. Lo stesso Codice fa infatti riferimento all'ordinario.
E' ragionevole pensare che le sanzioni risultino da qualche parte perchè, ex Canone 1339, comma 3, "Dell'ammonizione e della riprensione deve sempre constare almeno da un qualche documento, che si conservi nell'archivio segreto della curia".
Il Codice prevede che esista un documento persino per una semplice ammonizione.
SECONDA CONTRADDIZIONE: parlare e scrivere senza andare a spulciare il codice di diritto canonico e non pretendere dal Vaticano o dai vescovi interessati l'esibizione del documento su cui sono scritte le sanzioni. 
E' ovvio che tale documento esiste per due ragioni: come fa un Papa a sapere di una sanzione comminata dal predecessore se essa non risulta da nessuna parte? Come fa il nunzio a riferire, anche oralmente, la sanzione all'interessato se essa non gli viene trasmessa? Considerato l'enorme consumo di cartucce e di toner per stampanti e fotocopiatrici all'epoca di Benedetto chissà quante copie del documento circolano... E veniamo all'ennesima strategia.

4) Quarta strategia: ricordatevi, cari lettori, che solo nel 2018 McCarrick è stato punito pubblicamente, addirittura gli è stata tolta la porpora! Prima no!
E ci mancherebbe! Ormai lo scandalo era scoppiato, tutto era di dominio pubblico, ma soprattutto non eravamo più di fronte a una condotta scandalosa ma a un caso di pedofilia.
E qui vediamo alla TERZA CONTRADDIZIONE (quella più grave per i difensori): è vero che la sanzione del 2018 è gravissima ed è pubblica, ma è ancora più importante che, nel 2008-2009, quando nessuno conosceva la condotta scandalosa (non pedofila!) di McCarrick, Benedetto XVI lo abbia punito. Questa è l'ennesima prova della tolleranza zero e dell'assoluta trasparenza e moralità di Joseph Ratzinger. Ma non è ancora finita.

5) Quinta strategia. Visto che ormai tutto il mondo conosciuto dà per scontata l'esistenza di sanzioni comminate da Benedetto, ecco che i solerti avvocati cambiano di nuovo strategia (a questo punto, nel processo, qualsiasi difensore sarebbe stato messo alla porta...) e affermano che in realtà non si trattava di sanzioni ma di "raccomandazioni". Possiamo anche chiamarle "ignazio" ma pur sempre sanzioni erano! Se il Papa raccomanda di fare una cosa o di non farne un altra, si tratta di raccomandazione o di ordine? Non credo si tratti di consigli...
Per arrivare a questa strategia i media si sono ricordati di "attingere alle fonti".
QUARTA CONTRADDIZIONE: perchè i giornalisti non chiedono alle loro fonti privilegiate che cosa pensano della faccenda? Sotto il Pontificato di Benedetto era tutto un pullulare di fonti anonime, rane dalla bocca larga, informatori e fotocopiatori. Ora la parola d'ordine è: prudenza. Peccato che Ratzinger non abbia goduto di questo trattamento di favore (e ora sappiamo perchè...).

Ci sarebbero tante altre contraddizioni da evidenziare ma per adesso "me le riservo" :-)

Riflettiamo su un altro punto.
Ormai è assodato che, prima del 2018, non esisteva alcuna denuncia contro McCarrick per il crimine di pedofilia. Siamo sicuri che i media avrebbero appoggiato le sanzioni comminate da Benedetto XVI se esse fossero state rese pubbliche?
Ripetiamo: non si trattava di pedofilia ma di condotta scandalosa, ossia di condotta omosessuale.
I media avrebbero appoggiato un provvedimento contro un cardinale omosessuale? Non si sarebbero piuttosto indignati per una decisione del genere? Chi lo sa...non lo sapremo mai!

Un altro dato è sicuro.
McCarrick riprende intensamente la sua attività pubblica dopo la rinuncia di Benedetto XVI. In molti lo danno attivo già nel preconclave (egli non aveva diritto di voto per superamento degli 80 anni) e c'è anche un articolo scritto in tempi non sospetti dal Washington Post, nel 2014 (post Benedetto), intitolato: "Globe-trotting Cardinal Theodore McCarrick is almost 84, and working harder than ever".
Nel 2014 McCarrick lavorava più che mai? E perchè? Non aveva ricevuto sanzioni?
Nell'articolo si dice chiaramente che sotto Papa Benedetto, l'ormai ex cardinale era stato emarginato salvo poi recuperare la sua attività a partire dal marzo 2013. Diamo una rispostina anche a questo?
Clicca qui per il riassunto dell'articolo del WP.

Ultima considerazione.
Cari media, vogliamo occuparci un po' dei seminari dell'Honduras? Sembra che anche lì ci sia molta carne al fuoco. Non riesco proprio a capire perché nessuno (a parte La Verità che oggi dedica l'apertura al "caso") se ne occupi con la necessaria serietà. Cari giornalisti, abbiamo fiducia in voi. Buon lavoro.
E lasciate in pace Benedetto...il suo lavoro parla per lui.
Alla prossima...
R.

p.s. Oh Signore!!! Trasgressione non è sinonimo di delitto.
La pedofilia fa parte dei "delicta graviora", non siamo di fronte a una trasgressione.

venerdì 31 agosto 2018

Un video sconvolgente di McCarrick (ottobre 2013)

Clicca qui per vedere il video e qui per leggere il commento di Aldo Maria Valli.
A questo punto non sarebbe il caso di dire almeno una parola di spiegazione?
Poi uno così che parla di periferie e poveri...ma per carità!
McCarrick non è l'unica "stranezza" di questi anni (clicca qui per leggere l'ultimo articolo di Magister). 
Vi ricordare dei "casi" Danneels e Mahony (clicca qui per un ripasso sempre ad opera di Magister)? C'era chi voleva a gran voce la loro esclusione dal conclave del 2013 ma sappiamo com'è andata a finire...
R.

p.s. basta con i tentativi di tirare in ballo Benedetto...i giornali hanno scovato le contraddizioni?

giovedì 30 agosto 2018

Mentre sui media imperversano avvocati dilettanti, si consuma una mega figuraccia per i cori all'udienza non verificati (Raffaella)

Cari amici,
sentite anche voi il rumore delle unghie sugli specchi?
Sono quelle degli avvocati difensori improvvisati che tentano in qualunque modo e su qualunque mezzo di informazione di convincere i lettori della bontà delle loro tesi. Purtroppo per loro i lettori, ormai abituati a leggere direttamente le fonti (su internet naturalmente), non sono più ingenui come un tempo e pongono domande sempre più scomode.
Continua l'aspra battaglia della denigrazione volta a screditare Viganò.
E' sicuramente vero che la testimonianza presenta alcuni punti che meriterebbero di essere approfonditi per cogliere eventuali contraddizioni. E' sicuramente vero che il video circolato ieri sugli elogi al famoso ex cardinale richiederebbe una spiegazione. 
Tuttavia evidenziare questi elementi di criticità non basta se il fine è quello di dimostrare che Viganò dice il falso.
Gli improvvisati avvocati difensori dell'attuale corso vaticano non possono continuare con le armi di "distrazione di massa" logorando sempre di più i Cattolici.
In tutta onestà non mi interessa sapere se Viganò preferisce il panettone al pandoro, se ama il caffè macinato o quello espresso, se ha un neo sul piede o altrove. Dirò di più: in questo momento non ha importanza sapere se a casa di Marco Tosatti c'è la macchinetta Nespresso o Lavazza e neppure se, a sei anni, egli ha dato una sbirciatina al compito del compagno di banco...
Certo! Si potrebbe fare un po' di gossip ma rimandiamo a tempi migliori :-)
Cari giornalisti, quello che dovete fare è prendere in mano il Viganò Report e indagare per rispondere a domande semplici: Benedetto sanzionò l'ex cardinale? Sì/no: barrare la casella.
Perchè lo sanzionò? 
In che cosa consisteva la punizione? 
E' vero che non fu rispettata?
Già rispondere a queste domande aprirebbe un mondo giornalistico (o un abisso?) perchè già la presenza di sanzioni che il Papa decise di comminare in autonomia dimostrerebbe l'ostruzionismo di vescovi e curia.
Ci fu il famoso colloquio del 2013 (post Benedetto)? 
Se Benedetto XVI comminò sanzioni (questa affermazione presuppone l'indagine di cui sopra), perchè esse continuarono a non essere rispettate nonostante il fresco profumo di primavera soffiasse in ogni dove?
E' vero o non è vero che l'oggi ex cardinale godeva di ascolto a Roma anche sulle nomine?
A queste domande il giornalista avveduto risponde dopo avere indagato.
Ah, quasi dimenticavo: vorrei tranquillizzare alcuni vaticanisti, intellettuali, filosofi, teologi e compagnia cantante. Non c'è alcun pericolo che il Viganò Report metta in cattiva luce il lavoro di Benedetto XVI. 
Tranquilli! Continuate pure a indagare (perchè state indagando...vero?) nell'assoluta certezza che Ratzinger, cardinale e Papa, ne uscirà come sempre immacolato.
Perchè lo dico? Ma è semplice! E' il lavoro svolto che parla per lui. Non sono certo io e di sicuro non siete voi!
Benedetto è stato attaccato più di ogni altro Papa (poche storie!) ma ha avuto difensori che hanno portato fatti e non accuse agli avversari.
Anche questo blog, nel suo piccolo, ha dato anni fa un piccolo contributo ricostruendo la strenua lotta di Ratzinger contro la pedofilia nella chiesa.

LE DECISIONI E L'ESEMPIO DI PAPA BENEDETTO XVI NEL COMBATTERE LA PIAGA DELLA PEDOFILIA NELLA CHIESA. CRONOLOGIA

In questo post non troverete MAI attacchi ad personam a questo o quel giornalista, questo o quel commentatore, questo o quel testimone, ma solo FATTI e raccolta di dati.
Una circostanza è vera? Sì/no...perchè...

In ogni caso vorrei dare l'ennesimo consiglio non richiesto agli avvocati improvvisati: continuando a tentare di coinvolgere Ratzinger per difendere l'attuale corso state incorrendo in ALMENO due gravi contraddizioni

Quali? Eh...sarebbe troppo bello se ve lo dicessi! Studiate e capirete :-)
Vi do però un piccolo indizio: come direbbe Manzoni "non cercate lontano ciò che è sepolto vicino". Dove sono le contraddizioni? Esse sono "sepolte" nei vostri stessi articoli...
Ora iniziate gli esercizi. 
Ah, visto che finora la valutazione dell'accorata difesa non raggiunge nemmeno la sufficienza, potreste "alzare il voto" e parlarmi un po' di Inzoli. 
Chi è? Che cosa ha a che fare con Papa Benedetto? Che cosa è accaduto dopo la rinuncia di Ratzinger? Forza...
Coloro che sono gravemente insufficienti svolgeranno anche un compitino sugli abusi perpetrati in Cile e sui prelati coinvolti.

E veniamo alla ciliegina sulla torta.
Il "caso" del "coretto" di ieri all'udienza generale. Trovate la felice soluzione del dramma qui.
Ieri la notizia della contestazione ha fatto il giro del mondo per ore e ore.
Sono caduti nell'errore anche siti e blog vicinissimi al vaticano attuale (vedi screenshot di ieri pubblicati di seguito). 
Ma come è stato possibile tutto ciò?
Ora si dà la colpa ai giornalisti o ai siti che hanno diffuso la notizia, ma io mi chiedo: dove erano gli zelanti avvocati difensori?
Se fosse accaduta una cosa del genere a Papa Benedetto, il blog si sarebbe mobilitato nel giro di due minuti. La nostra Gemma avrebbe isolato il frammento video e alzato il volume al massimo dei decibel affinchè si sentisse bene il coro. Ieri invece si è permesso che una notizia del genere circolasse per ore quando bastava leggere alcuni tweet per arrivare alla verità.
Ma che avvocati siete? :-) 
Si vede che non avete ancora maturato la sufficiente esperienza...
Datevi un po' una mossa! Abbiamo criticato tanto la comunicazione ai tempi di Papa Benedetto ma qui...
R.




Una lezione di giornalismo: si prende il Viganò Report e lo si analizza

Clicca qui per leggere il contributo di Super Ex.
Mi pare un esempio molto calzante di vera indagine giornalistica: si prende un documento, lo si analizza, si vanno a cercare le fonti e lo si commenta.
Screditare non è analizzare.
R.

mercoledì 29 agosto 2018

Parla Viganò: “Non sono il corvo e non agisco per vendetta. Voglio solo che la verità emerga” (Valli)

Clicca qui per leggere l'intervista pubblicata da Aldo Maria Valli sul suo blog.

Fare chiarezza è imperativo così come è indispensabile sapere che fine ha fatto quel famoso scatolone che contiene i risultati dell'inchiesta commissionata da Papa Benedetto a tre cardinali. La chiave sta lì, come avevamo intuito.
R.

Viganò Report, Paolo Flores d'Arcais: Speriamo che ora il giornalismo cominci a fare il suo lavoro

Clicca qui per leggere l'editoriale segnalatoci da Alessia.
Mi pare un giusto monito ai giornalisti.
R.

Solidarietà a Marco Tosatti per gli attacchi che sta subendo

Clicca qui per leggere la replica di Marco Tosatti.
Trovo veramente bizzarro che i giornalisti attacchino un collega senza nemmeno preoccuparti di riportare esattamente le sue dichiarazioni.
E' singolare che l'ondata di fango miri a screditare un giornalista nel tentativo (vano) di distogliere l'attenzione dal vero problema: il Viganò report contiene affermazioni vere, controllabili, verificabili oppure no?
Questa è la domanda che i giornalisti dovrebbero porsi. Tutto il resto non ha alcuna importanza.
Solidarietà piena a Marco Tosatti che non ha mai abdicato alla sua obiettività e professionalità.
Cari media, tornate a fare il vostro lavoro che è di indagine e controllo. Il compito dell'avvocato difensore a oltranza spetta ad altri.
R.

Le accuse del Sismografo a Marco Tosatti

La replica di Marco Tosatti

martedì 28 agosto 2018

Un editoriale da "manuale": nel Viganò Report sono citati tre Papi e tre Segretari di Stato ma solo Ratzinger e Bertone vengono attaccati (R.)

Clicca qui per leggere l'editoriale che vogliamo analizzare perchè è un "classico" dei nostri tempi.
Forse è più giusto scrivere "era un classico" perchè nell'era di internet è diventato difficilissimo, se non impossibile, imporre le proprie idee senza aspettarsi qualche critica.
Nel Viganò report vengono citati tre Papi: Benedetto XVI, il suo predecessore e il suo successore. Tre, non uno!
Vengono citati anche tre Segretari di Stato: Bertone, il suo predecessore e il suo successore.
Tre, non uno!
Mi piacerebbe, quindi, capire come mai nell'editoriale segnalato si parla solo di Benedetto e di Bertone allo scopo di criticarli per esaltare altri.
Non trovate la cosa quantomeno bizzarra e singolare? 
Lo so che ho fatto una domanda retorica :-)
Lungi da me l'idea di difendere Bertone. Non mi interessa e non sarei nemmeno credibile visto ciò che penso, ma questa è un'altra storia...
Mi preme sottolineare l'atteggiamento dei giornalisti nei confronti di Benedetto.
Vado al di là dell'articolo citato e faccio un discorso più generale.
Pur di difendere il corso attuale molti commentatori non esitano un istante a prendersela con Joseph Ratzinger, campione nella lotta contro i pedofili.
Accusano Viganò sul piano personale ma non entrano nel merito della sua testimonianza. Giungono a insinuare che dietro Viganò ci siano altri e non esitano ad accusare direttamente uno o più cardinali. Quali prove hanno? 
La verità è un'altra ed è scritta quasi alla fine dell'articolo segnalato. Commentatori, giornalisti, vaticanisti e compagnia bella temono un solo e unico evento: il futuro conclave. Ecco perchè si agitano tanto. 
Si rassegnino da subito! Non saranno certo articoli di giornale a orientare la scelta perchè la prossima volta sarà in gioco come mai prima d'ora il futuro della chiesa.
Si vuole difendere lo status quo? Benissimo! Chi contesta questo diritto? 
Lo si faccia però evitando di gettare fango sul Papa che più di ogni altro ha preteso, in solitudine, rettitudine e pulizia. Lo si faccia contestando il contenuto della testimonianza di Viganò e non cercando di screditare la sua persona. Ripeto: all'epoca di internet non funziona più questa strategia!
I nodi prima o poi vengono al pettine e quel momento potrebbe essere il prossimo conclave come osserva, acutamente, Massimo Franco stamattina sul Corriere (clicca qui). 
Benedetto ha fatto la sua parte spendendosi fino all'ultimo, in prima persona. Questo è lo stile da seguire...sempre!
R.

p.s. nell'articolo segnalato si parla di Vatileaks (1). Nella foga lo scrivente ha chiamato in causa indirettamente Gianluigi Nuzzi che, via Twitter, ha risposto per le rime (clicca qui).