martedì 24 settembre 2013

Un dialogo aperto. Lettera di Benedetto XVI al matematico Piergiorgio Odifreddi (Galeotti)

Lettera di Benedetto XVI al matematico Piergiorgio Odifreddi

Un dialogo aperto

di Giulia Galeotti

Il rispetto dell'interlocutore si misura con la capacità di ascolto. Quanto più è minuziosa l'attenzione che viene dedicata alle parole che ci sono rivolte, tanto più il confronto diventa dialogo. Atteggiamento questo che diventa costruttivo solo nella misura in cui sia autenticamente vicendevole.
Tempo fa Piergiorgio Odifreddi ha mandato a Benedetto XVI il suo libro Caro Papa, ti scrivo (Milano, Mondadori, 2011). E il Papa emerito gli ha risposto con una lunga lettera, che il quotidiano romano «la Repubblica» di oggi, 24 settembre, anticipa in parte (poco meno della metà), mentre il testo integrale uscirà nella nuova edizione del libro di Odifreddi.
Joseph Ratzinger si scusa per l'intervallo temporale intercorso tra la ricezione del libro e la sua replica, datata 30 agosto 2013 e indirizzata all'abitazione torinese dello scienziato. Un intervallo di tempo non imputabile certo ai 698 chilometri di distanza tra il monastero in Vaticano e la casa del matematico, nel verde della città sabauda, ma ascrivibile all'attenzione che, tra i suoi tanti impegni, Benedetto XVI ha voluto dedicare al volume.
È preciso e accurato Joseph Ratzinger. Nella lunga lettera -- che rivela una gentilezza naturale e una mano tesa non formalmente verso il suo interlocutore -- Benedetto XVI va dritto al punto delle pagine lette, dei tratti di vicinanza colti dallo scienziato ateo e condivisi dal Papa teologo, dei piccoli (e meno piccoli) errori presenti nel testo, soffermandosi dunque -- con la competenza che gli è riconosciuta anche dagli avversari -- tanto sui punti d'incontro quanto sulle discrepanze, riassumibili, queste ultime, in una tripartizione. Alcune accettabili in un'ottica di confronto tra posizioni che sono, e restano, differenti; altre non accettabili perché ingiuriose (anche quando sono formulate, con abilità, solo come domande); altre infine per nulla convincenti. Il tutto, però, sempre in un tono di autentica ricerca di dialogo, nel rispetto e nella stima dell'interlocutore. In un percorso che parte dalle Scritture sacre a ebraismo e cristianesimo, attraversa la storia, arrivando fino ai giorni, anche sofferti, della Chiesa di oggi, non dimenticando né gli aspetti più belli e fecondi, né quelli più terribili e scandalosi.
Piergiorgio Odifreddi contesta -- bollandolo come distinzione ormai superata dal lontano 1968 in virtù della comparsa sulla scena delle intelligenze artificiali -- il fatto che una ragione oggettiva necessiti sempre un soggetto, una ragione dunque consapevole di se stessa. Ebbene, con precisione, Benedetto XVI ribatte spiegando come in realtà sia proprio (e anche) la stessa intelligenza artificiale a dimostrare l'assunto, trattandosi di una intelligenza affidata ad apparecchiature e trasmessa loro da soggetti coscienti, imputabile cioè all'intelligenza umana di chi ha creato le apparecchiature medesime.
È questo solo uno tra i tanti punti analizzati nella lunga, ricca, appassionata e nitida lettera di risposta da parte di un uomo che vuole -- e che per tutta la sua vita ha sempre voluto -- un vero dialogo tra la fede dei cristiani e la fede scientifica. Una ricerca di dialogo evidentemente colta dal matematico italiano. Del resto, leggendo tutto il testo del Papa emerito, risulta chiaramente come il suo sia un interesse autentico volto a dialogare anche con quella parte di mondo e di fede scientifica che, a ben vedere, interrompe la ricerca del confronto in maniera che finisce per risultare dogmatica, quasi non volesse più domandare ma solo ammaestrare l'interlocutore.
I tanti esempi che si potrebbero riportare tra quelli presentati da Benedetto XVI ruotano però inevitabilmente tutti attorno a quello che per Joseph Ratzinger è il punto nodale, che non può essere tralasciato, del dialogo tra la fede cosiddetta scientifica e la fede dei cristiani. È l'aspetto del passaggio dai lògoi al Logos, un passaggio che la fede cristiana ha compiuto assieme con la filosofia greca. Un passaggio che può anche non essere compiuto, ma che va necessariamente considerato e valutato -- in modo scientifico, verrebbe da dire -- affinché le parti in dialogo rimangano entrambe realmente in ricerca.
Nella lettera sono evocate anche la questione dibattutissima degli antropomorfismi -- per la quale Benedetto XVI richiama la validità permanente dell'affermazione del concilio Lateranense iv del 1215 sulla possibilità solo analogica di pensare Dio -- e quella incandescente dell'evoluzione.
Cita lo Pseudo-Dionigi Areopagita, Benedetto XVI, e poi cita non solo Francesco, Chiara, Teresa d'Avila e Madre Teresa, ma anche Agostino, Martin Buber, Jacques Monod e l'ispirazione della musica di Bach, Mozart, Haydn, Beethoven. E, chiaramente, cita Piergiorgio Odifreddi.
Perché Ratzinger ha scelto di rispondere a un professore universitario italiano che, mosso dalla franchezza, ha cercato un dialogo aperto con la fede della Chiesa. Tra contrasti e convergenze.

(©L'Osservatore Romano 25 settembre 2013)

1 commento:

laura ha detto...

Mi permetto di segnalare questo articolo:http://www.uccronline.it/2013/09/24/odifreddi-finalmente-qualcuno-mi-ha-preso-sul-serio/