venerdì 5 luglio 2013

Vaticano, la giornata dei "quattro Papi" (Izzo)

VATICANO, LA GIORNATA "DEI QUATTRO PAPI"

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 5 lug. 

Un susseguirsi di "colpi di teatro" ha caratterizzato questo giovedi' 4 luglio in Vaticano, che potrebbe essere definito "La Giornata dei quattro Papi". Il primo episodio e' il piu' inatteso, un vero scoop per i fotografi: questa mattina poco dopo le 8, Papa Francesco e il Papa Emerito Benedetto XVI hanno partecipato insieme alla benedizione della statua di San Michele Arcangelo davanti al Governatorato Vaticano. E' in assoluto la prima volta dal 28 febbraio 2013 che Papa Benedetto compare in pubblico e lo ha fatto accanto al successore. I due si sono abbracciati con affetto e sono rimasti vicini per tutta la cerimonia, durante la quale Francesco lo ha ringraziato. 
E nel discorso, mentre Benedetto assentiva, il Papa attuale ha detto parole durissime verso la corruzione che ancora alberga nella Curia Romana: "nel consacrare lo Stato Citta' del Vaticano a San Michele Arcangelo, gli chiediamo che ci difenda dal Maligno e che lo getti fuori". Secondo atto: la presentazione dell'Enciclica "Lumen fidei", con il cardinale Marc Ouellet, prefetto dei vescovi, monsignor Gherard Ludwig Muller, prefetto della Dottrina della Fede, e monsignor Rino Fisichella, capo del dicastero per la Nuova Evangelizzazione, che confermano il fatto che l'Enciclica e' stata scritta "a quattro mani". "Nel testo c'e' molto di Papa Benedetto e c'e' tutto di Papa Francesco. Non dobbiamo cercare la frase dell'uno o dell'altro", ha sintetizzato Ouellet soffermandosi sul paragrafo 7 nel quale Francesco rende omaggio (ancora una volta) al predecessore esaltandone il "prezioso lavoro". E infatti se ci sono affermazioni che ricordano ora parole gia' dette dall'uno e ora parole dell'altro, c'e' anche una sintesi perfetta delle due personalita' di Ratzinger e Bergoglio: "Amore e verita' non si possono separare: senza amore, la verita' diventa fredda, impersonale, oppressiva per la vita concreta della persona".
"Nella modernita' si e' cercato di costruire la fraternita' universale tra gli uomini, fondandosi sulla loro uguaglianza. A poco a poco, pero', abbiamo compreso che questa fraternita', privata del riferimento a un Padre comune quale suo fondamento ultimo, non riesce a sussistere", rileva l'Enciclica che usa un linguaggio davvero poetico quando trae le conseguenze e rileva lche la luce della fede puo' davvero illuminare l'amore di coppia e la societa'. "Promettere un amore che sia per sempre, e' possibile quando si scopre un disegno piu' grande dei propri progetti, che ci sostiene e ci permette di donare l'intero futuro alla persona amata", spiega il testo dopo aver ricordato che il matrimonio uomo-donna genera la vita e la fede. 
Affermazione che va letta pero' insieme a quest'altra: "il credente non e' arrogante; al contrario, la verita' lo fa umile, sapendo che, piu' che possederla noi, e' essa che ci abbraccia e ci possiede. Lungi dall'irrigidirci, la sicurezza della fede ci mette in cammino, e rende possibile la testimonianza e il dialogo con tutti". Per Francesco e Benedetto, soprattutto "la fede non e' intransigente. 
"Una verita' comune - sottolinea l'Enciclica - ci fa paura, perche' la identifichiamo con l'imposizione intransigente dei totalitarismi. Se pero' la verita' e' la verita' dell'amore, se e' la verita' che si schiude nell'incontro personale con l'Altro e con gli altri, allora resta liberata dalla chiusura nel singolo e puo' fare parte del bene comune la fede". Ultimo atto: l'annuncio clamoroso (anche se anticipato nei giorni scorsi da inidscrezioni di stampa) che Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II saliranno insieme sugli altari (probabilmente l'8 dicembre prossimo). Francesco infatti, ha comunicato il portavoce vaticano, padre Federico Lombardi, "ha approvato il miracolo, attribuito all'intercessione del Beato Giovanni Paolo II" (la guarigione di una signora del Costa Rica avvenuta il 1 maggio 2011, giorno della beatificazione) e ha dispensato Giovanni XXIII dal processo relativo a un secondo miracolo (dopo quello del 1966 che ha portato alla beatificazione del 2000) essendo cosi' radicata e diffusa la fama della sua santita': a Sotto il Monte, ad esempio, nella casa natale, una stanza intera e' colma di fiocchi rosa e azzurri inviati da coppie "sterili" che hanno avuto la gioia di un figlio dopo aver invocato il Papa Buono. 

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3 commenti:

Fabiola ha detto...

"ha dispensato Giovanni XXIII dal processo relativo a un secondo miracolo (dopo quello del 1966 che ha portato alla beatificazione del 2000) essendo cosi' radicata e diffusa la fama della sua santita'"

Questa mi era sfuggita.

Mi verrebbe da scrivere: pensate se...ma in questo nuovo clima di serena soddisfazione (non sono ironica) mi autocensuro.

Anonimo ha detto...

Rorate Caeli mostra brillantemente in una riga come, in realtà, vi sia almeno un "quinto" papa, dimenticato..:


"The first Pontiffs to be canonized since Saint Pius X, in 1954. - Is there a Pope that links all three? Yes, the one who beatified and canonized Sarto, who made Roncalli a cardinal and who named Wojtyła bishop. Pope Pacelli's cause is gathering dust somewhere."

http://rorate-caeli.blogspot.com/2013/07/official-pope-francis-will-canonize.html

Luisa ha detto...

Io non ci riesco, Fabiola, sulla mia TV nazionale ( che evidentemente non ha detto una parola sull`Enciclica) è stato chiaramente fatto capire che non c`è stato bisogno di un secondo miracolo per il Papa che ha convocato il Vaticano II.