sabato 18 maggio 2013

Rifugiati, i Gesuiti: tagliate le risorse dell'otto per mille dello Stato (Izzo)

RIFUGIATI: GESUITI, TAGLIATE RISORSE DELL'8 PER MILLE DELLO STATO

Salvatore Izzo


(AGI) - CdV, 17 mag. 


La scelta del Governo di destinare ai debiti della PA una quota dell'8 per mille assegnato dai contribuenti allo Stato, "e' ancora una volta quella di far ricadere sui soggetti piu' deboli, come i rifugiati, i costi della crisi". Lo denuncia padre Giovanni La Manna, presidente del Centro Astalli, l'organismo dei gesuiti per l'accoglienza dei rifugiati. Proprio ieri Papa Francesco ha lanciato un appello a favore dei rifugiati ricordando, in occasione del suo incontro con la Caritas Internationalis, che "in tutti i nostri Paesi ci sono i rifugiati".

Secondo Francesco si tratta di "gente che e' entrata clandestinamente, senza documenti, o gente che viene sfruttata nel lavoro schiavo, a cui tolgono il passaporto e fanno lavorare come schiavi". Parole che padre Lamanna raccoglie per protestare contro le decisioni del Governo Letta in materia di destinazione dei fondi: "le attese degli italiani che hanno destinato la quota dell'8 per mille allo Stato sono state ancora una volta tradite". 
Per il gesuita, "e' ormai una prassi impiegare, del tutto arbitrariamente, tali risorse" e "a farne le spese sono le fasce piu' deboli". "Depauperare in questo modo il sostegno ai rifugiati e alle categorie piu' vulnerabili puo' avere conseguenze serie - conclude il presidente del centro Astalli - sulla stabilita' e sulla coesione sociale del Peese". 

© Copyright (AGI)

10 commenti:

Anonimo ha detto...

sacrosanta la decisione di occuparsi dei debiti della p.a.
ci sono aziende che chiudono e operai che finiscono per strada.
i rifugiati sono importanti ma non più degli italiani.
la chiesa pensi a noi ogni tanto.
max2

Anonimo ha detto...

Papa Francesco ha scritto una lettera al gesuita americano, cappellano di un carcere minorile, che seguendo il suo esempio ha lavato i piedi ai carcerati Giovedì Santo passato:
http://www.the-tidings.com/index.php/spiritualityliturgy/columnistsspirituality/3445-a-letter-from-the-pope-affirmation-to-those-on-the-margins

Anonimo ha detto...

Concordo in toto con Max2 !

(Anche gli imprenditori/imprese non pagati dalla PA sono alle "periferie esistenziali"!!)

Anonimo ha detto...

Non per fare la solita carognaccia dissenziente e non per fare la solita infamona pro-gesuiti, ma se invece di intaccare l'8 per mille (cosa che a me rode un tantino, dato che da sempre il mio 8 per mille va alla Chiesa Cattolica) andassero a intaccare le -strainutili- spese militari? Lì pure di soldini ce ne sono mica pochi...
Paola

Anonimo ha detto...

Strainutili che?!?

un passante ha detto...

Paola, non fraintendermi, non sono un guerrafondaio, ma visto che la pace è un sogno, chi pensi che ci difenderebbero in caso di bisogno, le legioni del Papa? Magari bastassero quelle, vorrebbe dire che non ci offendiamo più. Ma visto che ci si offende, ci si deve pure nel caso difendere, e purtroppo stare nelle alleanze, visto che da soli non siamo nessuno

Anonimo ha detto...

Suvvia, "cosocometechiami" delle 17:51... Quanto costa un caccia, magari mezzo fasullo? Quanto ci costano i nostri militari nelle varie zone di guerra? Non son mica di sinistra, ma capisco poco la pazzia collettiva che ha avvolto il mondo dopo l'11 settembre. A meno che non si credano le colossali balle messe in giro dal think-tank che gestiva il burattino Bush jr. sulla genesi e sugli eventi di quel giorno malefico. Da allora "zwosh!", spediamo soldati a crepare a destra e a manca senza poi che, effettivamente, i focolai di fondamentalismo siano stati eliminati, anzi. Lo riconosce pure Obama, a momenti... Potremmo pure ridurre un poco 'ste spese militari, in concreto a cosa ci servono? Più intelligence (vera, non stile CIA), meno caccia et similia, magari, no?
Paola
Mi si scusi l'OT, ma dovevo una risposta.

Cosocomemichiamo ha detto...

Ma dovevi precisare che a "missioni pressoché inutili e per conto terzi-soliti noti" ti riferivi, e non a (sacrosanta) difesa dei patrii confini.

Quanto ai "caccia" la questione meriterebbe un approfondimento in cui si analizzino per bene tutti i pro e i contro, anche per la nostra economia, ma questa non è certo la sede opportuna.

(Questo però va detto: fra George W e Barack H, non c'è poi quella enorme differenza che tu ravvisi, se parliamo di dipendenza da lobbies e think-tanks assortiti, inclusi e non ultimi quelli guerrafondai e "americanisti/imperialisti"..)

Mi si scusi, ma dovevo una replica a Paola.

Anonimo ha detto...

Hai ragione, Cosocomemichiamo (simpatico!!!), su Obama... Ma io non ho mai detto che ravvisavo differenze tra i due ultimi capi della Casa Bianca. E ammetto la mia colpa nel non aver sottolineato che con quella frase certo non intendevo annullare l'importanza in sé della difesa del nostro Paese...
Spero che sia stato chiarito il qui-quo-qua... ;-))))))))
Paola

Cosocomemichiamo ha detto...

Chiarito. E -curiosità, già che ci siamo e si parlava di Amerikani- ricorda sempre che "qui pro quo" in inglese corrisponde al nostro "do ut des" :

"Nei paesi anglosassoni, la frase lessicalmente simile quid pro quo non è usata per indicare un errore di copiatura, bensì per esprimere il concetto di scambio: letteralmente che (quid) per che (quo), cioè "una cosa in cambio di qualcos'altro". Per indicare questo concetto in Francia, Italia, Portogallo e Spagna si usa l'espressione do ut des."

http://it.wikipedia.org/wiki/Qui_pro_quo