lunedì 20 maggio 2013

Papa Francesco: sono stato testimone di un miracolo, la preghiera può tutto. Tutti noi abbiamo dentro un pezzo di incredulità (Izzo)

PAPA: SONO STATO TESTIMONE DI UN MIRACOLO, PREGHIERA PUO' TUTTO

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 20 mag. 

"La preghiera per chiedere un miracolo, per chiedere un'azione straordinaria dev'essere una preghiera coinvolta, che ci coinvolga tutti". Lo afferma Papa Francesco che in proposito racconta a un gruppo di dipendenti della Radio Vaticana un episodio accaduto in Argentina, del quale e' stato testimone: una bimba di 7 anni si ammala e i medici le danno poche ore di vita. Il papa', un elettricista, "uomo di fede", e' "diventato come pazzo - racconta il Pontefice - e in quella pazzia" ha preso un autobus per andare al Santuario mariano di Lujan, lontano 70 km.
"E' arrivato - racconta l'allora arcivescovo di Buenos Aires - dopo le 9 di sera, quando era tutto chiuso. E lui ha incominciato a pregare la Madonna, con le mani sulla cancellata di ferro. E pregava, e pregava, e piangeva, e pregava... e cosi', cosi' e' rimasto tutta la notte. Ma quest'uomo lottava: lottava con Dio, lottava proprio con Dio per fare la guarigione della sua fanciulla. Poi, dopo le 6 del mattino, e' andato al terminal, ha preso il bus ed e' arrivato a casa, all'ospedale alle 9, piu' o meno. E ha trovato la moglie piangente. E ha pensato al peggio. 'Ma cosa succede? Non capisco, non capisco! Cosa e' successo?'. 'Mah, sono venuti i dottori e mi hanno detto che la febbre se n'e' andata, che respira bene, che non c'e' niente! La lasceranno due giorni in piu', ma non capiscono che cosa e' successo!'. Questo - sottolinea Francesco - succede ancora, eh?, i miracoli ci sono!". Ma e' necessario pregare col cuore, conclude il Papa: "una preghiera coraggiosa, che lotta per arrivare a quel miracolo; non quelle preghiere per cortesia, 'Ah, io preghero' per te': dico un Pater Noster, un'Ave Maria e mi dimentico".
Per il Papa, serve invece "una preghiera coraggiosa, come quella di Abramo che lottava con il Signore per salvare la citta', come quella di Mose' che aveva le mani in alto e si stancava, pregando il Signore; come quella di tante persone, di tanta gente che ha fede e con la fede prega, prega. La preghiera fa miracoli, ma dobbiamo credere! Io penso che noi possiamo fare una bella preghiera, e dirgli oggi, tutta la giornata: 'Credo, Signore, aiuta la mia incredulita'". Cosi', suggerisce Francesco come rivolgendosi individualmente a ciascuno dei dipendenti della Radio Vaticana che erano accompagnati alla Domus Santa Marta dal direttore dell'emittente, e portavoce vaticano, padre Federico Lombardi: "quando ti chiedono di pregare per tanta gente che soffre nelle guerre, tutti i rifugiati, tutti questi drammi che ci sono adesso, pregare, ma con il cuore, il Signore: 'Fallo!'. Ma dirgli: 'Credo, Signore. Aiuta la mia incredulita'' che anche viene nella mia preghiera'. Facciamo questo, oggi". 

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PAPA: TUTTI NOI ABBIAMO DENTRO UN PEZZO DI INCREDULITA'

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 20 mag. 

"Tutti noi abbiamo un pezzo di incredulita', dentro". Sono parole di Papa Francesco nell'omelia di questa mattina alla Domus Santa Marta, diffusa dalla Radio Vaticana. "Ma perche' - si chiede il Pontefice - questa incredulita'? Credo - risponde - che e' proprio il cuore che non si apre, il cuore chiuso, il cuore che vuole avere tutto sotto controllo".
Francesco nella sua omelia prende spunto dall'episodio evangelico dei discepoli che non riescono a guarire un fanciullo; deve intervenire Gesu' stesso che si lamenta dell'incredulita' dei presenti; e al padre di quel ragazzo che chiede aiuto risponde che "tutto e' possibile per chi crede". Il Papa osserva che spesso anche quanti vogliono bene a Gesu' non rischiano troppo nella loro fede e non si affidano completamente a Lui. E' un cuore, dunque, che "non si apre" e non "da' il controllo delle cose a Gesu'" - spiega Bergoglio - e quando i discepoli gli domandano perche' non hanno potuto guarire il giovane, il Signore risponde che quella "specie di demoni non si puo' scacciare in alcun modo se non con la preghiera". 

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