martedì 14 maggio 2013

Osservatore: Ratzinger, Freud e la parabola del padre perduto (Izzo)

OSSERVATORE: RATZINGER, FREUD E LA PARABOLA DEL PADRE PERDUTO

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 14 mag. 

"Oggi bisognerebbe raccontare la parabola del figliol prodigo in modo nuovo, come parabola del padre perduto: lo smarrimento di questo figlio consiste proprio nel fatto che ha smarrito il padre, che non lo vuole piu' vedere". 
Sono parole di Joseph Ratzinger tratte da uno scritto teologico pubblicato dall'Osservatore Romano in occasione dell'uscita per i tipi della Lev del 12esimo volume dell'Opera Omnia (che arriva a coprire la sterminata produzione ratzingeriana fino al 2002). 
Il futuro Papa Benedetto XVI cita "un famoso teologo protestante" per sottolineare che la difficolta' del figliol prodigo "e' la difficolta' del nostro tempo che si vanta di essere una societa' senza padre". 
Poi passa ad analizzare il pensiero di Freud, seguendo il quale, rileva "abbiamo creduto che il padre fosse l'incubo del 'Super Io', colui che limita la nostra liberta', e che ce ne dobbiamo liberare. E ora che questo e' accaduto riconosciamo che, facendo cosi', ci siamo emancipati dall'amore e abbiamo amputato da noi stessi quello che ci fa vivere".
Nella sua riflessione, Joseph Ratzinger prende spunto dal racconto che il grande scrittore francese Julien Green fa della sua conversione. "Nel periodo tra le due guerre - scrive - egli viveva proprio come vive un uomo di oggi: si permetteva tutto quello che voleva, era incatenato ai piaceri contrari a Dio cosi' che, da un lato, ne aveva bisogno per rendersi la vita sopportabile, ma, dall'altro, trovava insopportabile proprio quella stessa vita".
Dopo diversi tentativi, la moglie di Jacques Maritain, Raissa, gli indica un domenicano polacco e quando lo incontra gli descrive ancora questa sua vita lacerata. Una vera confessione, tanto che inaspettatamente, racconta Ratzinger, "il sacerdote gli dice: 'Si inginocchi! Ego te absolvo a peccatis tuis  ti assolvo'". "Allora mi accorsi che in fondo avevo sempre atteso questo momento, avevo sempre atteso qualcuno che mi dicesse: inginocchiati, ti assolvo. Andai a casa: non ero un altro, no, ero finalmente ridiventato me stesso", confido' poi Julien Green.
"Se siamo onesti, se riflettiamo su questa vicenda in profondita' - e' il commento di Ratzinger -  vediamo che in ultima analisi questa attesa e' in ognuno di noi, che il nostro intimo grida che vi sia qualcuno che dica: 'Inginocchiati! Ego te absolvo!'". 

© Copyright (AGI)

2 commenti:

laura ha detto...

bellissima riflessione
Grazie

Papa Benedetto mi manca sempre di più

giorgia ha detto...

Fà così bene al cuore leggere qualche scritto di Joseph Ratzinger!!!! E' come una mano gentile e delicata che prende la tua, la stringe forte e ti accompagna con amore lungo i sentieri dello spirito.