domenica 12 maggio 2013

Messa con i giornalisti argentini e le loro famiglie. Papa Francesco: la preghiera ci spinge verso i poveri e gli sfruttati. Gesù ha lasciato aperte le porte del Cielo (Izzo)

PAPA: ALLA MESSA DI OGGI  GIORNALISTI ARGENTINI CON LE FAMIGLIE

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 11 mag. 

Alla messa di Papa Francesco alla Domus Santa Marta ha partecipato questa mattina un gruppo di giornalisti argentini con le loro famiglie. Erano presenti anche agenti e ufficiali del Corpo della Gendarmeria che nelle precedenti occasioni erano in servizio. Ne ha dato notizia la Radio Vaticana. 

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PAPA: LA PREGHIERA CI SPINGE VERSO I POVERI E GLI SFRUTTATI

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 11 mag. 

"La vera preghiera ci fa uscire da noi stessi e ci apre al Padre e ai fratelli piu' bisognosi". Lo ha detto Papa Francesco durante nell'omelia della Messa alla Domus Santa Marta, esortando ad "uscire da noi stessi verso il fratello bisognoso, verso il malato, l'ignorante, il povero, lo sfruttato".
"Se chiederete qualcosa al Padre nel mio nome, Egli ve la dara'", ha ricordato il Pontefice citando la promessa del Vangelo che indica "una novita' nella preghiera" del cristiano: "il Padre ci dara' tutto, ma sempre nel nome di Gesu'".
"Tante volte ci annoiamo nella preghiera", ha   osservato il Papa ricordando che "la preghiera non e' chiedere questo o quello, ma e'  "l’intercessione di Gesu', che davanti al Padre gli fa vedere le sue piaghe". "La vera preghiera - ha spiegato - e' uscire da noi stessi verso il Padre in nome di Gesu', e' un esodo da noi stessi" seguendo l'esempio di donazione totale che ci ha dato Cristo con il suo sacrificio. Tutto passa quindi attraverso le piaghe di Gesu'.
"Come "possiamo riconoscere - si e' chiesto allora Francesco - le piaghe di Gesu' in Cielo? Dove e' la scuola dove si impara a conoscere le piaghe di Gesu', queste piaghe sacerdotali, di intercessione?". La risposta del Pontefice e' che "c'e' un altro esodo da noi stessi verso le piaghe dei nostri fratelli: dei nostri fratelli e delle nostre sorelle bisognosi".
"Se noi non riusciamo ad uscire da noi stessi verso il fratello bisognoso, verso il malato, l'ignorante, il povero, lo sfruttato, se noi non riusciamo a fare questa uscita da noi stessi verso quelle piaghe, non impareremo mai - ha ammonito - la liberta' che ci porta nell'altra uscita da noi stessi, verso le piaghe di Gesu'". Ci sono due uscite da noi stessi: una verso le piaghe di Gesu', l'altra verso le piaghe dei nostri fratelli e sorelle. E questa e' la strada che Gesu' vuole nella nostra preghiera”.
"Questo - ha chiarito Francesco - e' il nuovo modo di pregare: con la fiducia, il coraggio che ci da' sapere che Gesu' e'  davanti al Padre facendogli vedere le sue piaghe, ma anche con l'umilta' di quelli che vanno a conoscere, a trovare le piaghe di Gesu' nei suoi fratelli bisognosi",  che "portano ancora la Croce e ancora non hanno vinto, come ha vinto Gesu'".
 "La preghiera verso il Padre in nome di Gesu' - dunque - ci fa uscire da noi stessi", mentre "la preghiera che ci annoia e' sempre dentro noi stessi, come un pensiero che va e viene".

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PAPA: SPIEGA ASCENSIONE, GESU' HA LASCIATO APERTE PORTE CIELO

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 11 mag. 

Quando "il Signore ascende al Padre, entra nel Santuario del cielo", apre le porte e le lascia aperte perche' "Lui stesso e' la porta" e "intercede per noi", "fino alla fine del mondo", come un sacerdote. Papa Francesco ha spiegato con queste semplici parole la verita' di fede piu' consolante, quella dell'Ascensione che ci promette la vita eterna e la risurrezione dei corpi. "Lui - ha detto il Papa nell'omelia di questa mattina, trasmessa da Radio Vaticana - prega per noi davanti al Padre. A me e' sempre piaciuto, questo. Gesu', nella sua Risurrezione, ha avuto un corpo bellissimo: le piaghe della flagellazione, delle spine, sono sparite, tutte. I lividi dei colpi, sono spariti. Ma Lui ha voluto avere sempre le piaghe, e le piaghe sono precisamente la sua preghiera di intercessione al Padre: 'Ma ... guarda ... questo Ti chiede nel nome mio, guarda!'". "Questa - ha concluso Francesco - e' la novita' che Gesu' ci dice. Ci dice questa novita': avere fiducia nella sua passione, avere fiducia nella sua vittoria sulla morte, avere fiducia nelle sue piaghe. Lui e' il sacerdote e questo e' il sacrificio: le sue piaghe. E questo ci da fiducia, ci da il coraggio di pregare". 

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