giovedì 23 maggio 2013

J. Ratzinger: Le nefandezze umane non sono mai mancate nella Chiesa cattolica. Se continua a reggere... davvero che c’è Qualcun altro che la tiene in piedi

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1 commento:

sam ha detto...

Grazie!

Continuiamo con le letture "confermanti" nella fede.

Grazie a Dio che ha fatto scrivere queste cose a un Dottore della Chiesa contemporaneo!

Ora possiamo solo cercare di afferrare qualche brandello del suo magistero, ma quando nel tempo esso si dipanerà con sempre maggior chiarezza, si renderà manifesta la coerenza straordinaria tra quanto Jospeh Ratzinger-Benedetto XVI ha predicato con le parole e con l'esempio.
Quel giorno, quando comprenderà le parole e l'esempio (l"ablatio") di un Pontefice Magno, santo e pertanto vero riformatore, la Chiesa sarà migliore.
E questo vale anche per ciascuno di noi e vale soprattutto per me, che lo amo, ma non lo so imitare.


"L'ira contro la Chiesa o la delusione nei suoi confronti hanno perciò un carattere particolare, poiché silenziosamente ci si attende da essa di più che da altre istituzioni mondane. In essa si dovrebbe realizzare il sogno di un mondo migliore. Quanto meno, si vorrebbe assaporare in essa il gusto della libertà, dell'essere liberati: quell'uscir fuori dalla caverna, di cui parla Gregorio Magno ricollegandosi a Platone.
Tuttavia, dal momento che la Chiesa nel suo aspetto concreto si è talmente allontanata da simili sogni, assumendo anch'essa il sapore di una istituzione e di tutto ciò che è umano, contro di essa sale una collera particolarmente amara.
E questa collera non può venir meno, proprio poiché non si può estinguere quel sogno che ci aveva rivolti con speranza verso di essa. Siccome la Chiesa non è così come appare nei sogni, si cerca disperatamente di renderla come la si desidererebbe: un luogo in cui si possano esprimere tutte le libertà, uno spazio dove siano abbattuti i nostri limiti, dove si sperimenti quell'utopia che ci dovrà pur essere da qualche parte.
Come nel campo dell'azione politica si vorrebbe finalmente costruire il mondo migliore, così si pensa, si dovrebbe finalmente (magari come prima tappa sulla via verso di esso) metter su anche la Chiesa migliore: una Chiesa di piena umanità, piena di senso fraterno, di generosa creatività, una dimora di riconciliazione di tutto e per tutti."

"La libertà, che noi ci aspettiamo con ragione dalla Chiesa e nella Chiesa non si realizza per il fatto che noi introduciamo in essa il principio della maggioranza. Essa non dipende dal fatto che la maggioranza più ampia possibile prevalga sulla minoranza più esigua possibile. Essa dipende invece dal fatto che nessuno può imporre il suo proprio volere agli altri, bensì tutti si riconoscono legati alla parola e alla volontà dell'Unico, che è il nostro Signore e la nostra libertà.
Nella Chiesa l'atmosfera diventa angusta e soffocante se i portatori del ministero dimenticano che il Sacramento non è una spartizione di potere, ma è invece espropriazione di me stesso in favore di Colui, nella persona del quale io devo parlare ed agire.
Dove alla sempre maggiore responsabilità corrisponde la sempre maggiore autoespropriazione, lì nessuno è schiavo dell'altro; lì domina il Signore e perciò vale il principio che: "Il Signore è lo Spirito. Dove però c'è lo Spirito del Signore ivi c'è la libertà" (2Cor 3, 17).

Quanti più apparati noi costruiamo, siano anche i più moderni, tanto meno c'è spazio per lo Spirito, tanto meno c'è spazio per il Signore, e tanto meno c'è libertà. Io penso che noi dovremmo, sotto questo punto di vista, iniziare nella Chiesa a tutti i livelli un esame di coscienza senza riserve.
A tutti i livelli questo esame di coscienza dovrebbe avere conseguenze assai concrete, e recare con sé una ablatio che lasci di nuovo trasparire il volto autentico della Chiesa. Esso potrebbe ridare a noi tutti il senso della libertà e del trovarsi a casa propria in maniera completamente nuova."


http://papabenedettoxvitesti.blogspot.it/2009/08/card-ratzinger-non-e-di-una-chiesa-piu.html