lunedì 20 maggio 2013

Il generale Domenico Giani parla della sicurezza dei Pontefici (Izzo)


PAPA: GENERALE GIANI, HA SUBITO COMPRESO ESIGENZE DELLA SICUREZZA

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 20 mag. 

"Il Papa era abituato precedentemente a viaggiare in autobus, in metropolitana, a piedi e in un primo momento desiderava recarsi a Santa Maria Maggiore in una maniera, diciamo, piuttosto informale. 
Pero' ha poi immediatamente compreso quali fossero le nuove esigenze legate al Servizio a cui e' stato chiamato". 
Il generale Domenico Giani, comandante del Corpo della Gendarmeria, racconta cosi' al mensile 'Polizia Moderna' il primo impatto con Papa Francesco "nelle prime uscite a sorpresa, e inaspettate, compiute a Santa Maria Maggiore e presso un ospedale a far visita al cardinale Jorge Mejia: sono state - dice - situazioni anche molto simpatiche".
Grazie alla disponibilita' del Pontefice appena eletto, racconta Giani, "sempre in accordo con l'Ispettorato vaticano, abbiamo organizzato tutto in breve tempo e bene". 
"Il successivo impegno - continua il comandante della gendarmeria - e' stato quello legato alla nuova residenza, visto che il Papa non e' andato a stare nell'appartamento apostolico, ma ha scelto di risiedere a Santa Marta, il che ha creato la necessita' di rivedere alcuni protocolli e rafforzare la sorveglianza in questa parte dello Stato pontificio". "La nostra attenzione - spiega il generale Giani - si rivolge certamente anche ai suoi contatti, perche' Francesco ama le relazioni umane dal vivo, ad esempio ama riuscire a salutare i bambini e quanti piu' fedeli possibili nella piazza. Ma questo e' naturale per un Pontefice: il Papa e' in primis un sacerdote. E' ovvio quindi che nella sua vocazione ci sia la vicinanza alla gente, la voglia di stare in mezzo al popolo. E' una caratteristica - rileva il comandante - che avevano anche Benedetto XVI e Giovanni Paolo II (i Papi che ho servito prima di Francesco)".
"Devo dire - aggiunge Giani nell'intervista - che questo essere vicino ai piu' deboli e ai piu' umili di Francesco e' molto bello e apprezzato dalla gente. Ovviamente cio' comporta una serrata attivita' di prevenzione, esplicata attraverso i controlli effettuati prima degli eventi insieme ai colleghi dell'Ispettorato, e agli altri colleghi nei Paesi del mondo dove ci rechiamo. Questa opera preventiva - assicura - ci fa stare molto piu' sereni". Al mensile della Polizia di Stato, il generale parla anche della rinuncia al Ministero Petrino da parte di Benedetto XVI: "e' stata - confida - una grande sorpresa per noi, anche per i rapporti profondi che ci hanno legato al Santo Padre in tutti questi anni. E' stata certamente una notizia inaspettata, pero' immediatamente accolta per assecondare i desideri di Papa Ratzinger che ha deciso di intraprendere questa strada, ponendo la Chiesa nelle mani della Provvidenza". E tra i desideri che ha colto in Benedetto XVI all'atto di lasciare il Pontificato, Giani ne sottolinea uno che lo riguarda da vicino come responabilita' del suo ufficio: "il rispetto della privacy, al quale il Papa Emrito tiene molto". 

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