domenica 12 maggio 2013

Gli ottocento martiri di Otranto. Vita da uomini con grandi sogni (Quintino Gianfreda)

Gli ottocento martiri di Otranto

Vita da uomini con grandi sogni

di Quintino Gianfreda*

Fin dall'antichità la Chiesa idruntina celebra il 14 agosto di ogni anno la memoria di Antonio Primaldo e dei suoi compagni martiri. Il culto tributato a questi testimoni della fede ha raggiunto il suo culmine nel 1980, in occasione del quinto centenario dell'evento. In quella circostanza le celebrazioni furono concluse solennemente con la messa celebrata da Giovanni Paolo II il 5 ottobre 1980 a Otranto.
Dal 1988 è stato seguito l'iter per il decreto sul martirio, conclusosi il 6 luglio 2007 con la autorizzazione di Benedetto XVI alla pubblicazione del decreto. 
Dopo l'istruzione dell'inchiesta diocesana e la rispettiva fase romana su un presunto miracolo attribuito all'intercessione dei martiri di Otranto, il 20 dicembre 2012 Benedetto XVI ha autorizzato la pubblicazione del decreto sul miracolo, riguardante la guarigione «rapida, completa e duratura» di suor Francesca Levote, delle monache dell'ordine delle clarisse nel monastero di Soleto, cittadina presso Otranto. La religiosa, affetta da una grave forma di carcinoma, è guarita nel 1980 grazie all'intercessione dei martiri. Ciò conferma e sancisce la certezza che la Chiesa idruntina da sempre ha avuto, riconoscendo e venerando come martiri della fede i caduti sul colle della Minerva.
Per la ricorrenza della canonizzazione il pastore dell'arcidiocesi idruntina, monsignor Donato Negro, nella solennità di Pasqua ha scritto una lettera ai fedeli intitolata I loro nomi sono scritti nei cieli. In essa ha esortato la comunità diocesana a mettersi «alla scuola dei santi testimoni di Otranto» scorgendo «nella loro storia il riflesso del Vangelo», per comprendere «cosa dicono e insegnano a noi, uomini e donne del XXI secolo».
I martiri di Otranto rappresentano ancora oggi una luce che brilla. La sua sorgente è la confessione esplicita del Signore Gesù Messia e Salvatore. Essi insegnano che essere cristiani non solo è possibile, persino in contesti di vita difficili e a volte violenti, ma è anche esaltante, perché mostra la pienezza di vita che scaturisce dal seguire Gesù per amore.
A tutti è data, accogliendo il dono della fede, la possibilità di aprirsi alla comprensione dell'insegnamento dei martiri di Otranto e di quanti «battezzati, ancora oggi, in varie parti del mondo vengono uccisi, martirizzati a causa della loro fede in Gesù Crocifisso». Inoltre, «il sangue dei martiri di Otranto è un tesoro prezioso che forma parte di quella nascosta energia che penetra ed alimenta, nella sua più profonda vitalità, la Chiesa a livello universale e locale», come ha sottolineato Giovanni Paolo II il 5 ottobre 1980. Ne deriva l'invito a restare in comunione con i martiri, che «scavano l'alveo più profondo del fiume divino della storia e costituiscono i fondamenti più consistenti di quella città divina che si eleva verso l'eternità».
Dai martiri si sprigiona una potenzialità di energia spirituale in grado di cambiare e orientare verso Gesù Crocifisso e Risorto il cuore dell'uomo. La canonizzazione è una grande festa spirituale che sollecita i battezzati «a rinnovare le promesse battesimali e a professare la fede», come scrivono i vescovi pugliesi nel loro messaggio alle Chiese della regione, specificando che «la venerazione dei santi martiri di Otranto ci fa meditare sulla verità della nostra scelta di fede e sulle necessarie conseguenze di coerenza nelle scelte della vita, cioè nel quotidiano vissuto esistenziale di ciascuno».
E i vescovi, come pastori delle Chiese di Puglia, si rivolgono a tutti, in particolare ai giovani, indicando la scelta dei martiri, «uomini autentici, forti, decisi, coerenti, ben radicati nella storia»: uomini che amavano la loro città, fortemente legati alle loro famiglie e, soprattutto quelli più giovani, animati dai grandi sogni della vita. Essi «fecero, con lucidità e con fermezza, la loro scelta per Cristo».
È questo il terreno fecondo dove affonda la radice della grandezza spirituale di questi martiri. Una grandezza che si percepisce con forza quando si sosta in venerazione nel cappellone dove sono custodite le loro reliquie. E commuove l'atteggiamento raccolto di uomini e donne, in ogni ora del giorno, che lì si interrogano sulla propria vita di cristiani e scoprono o intravedono, pregustandolo in anticipo, un orizzonte più nitido e profondo per la propria esistenza, degna di essere spesa per ideali illuminati dalle beatitudini evangeliche. Sostando in quel luogo si prova come la sensazione che il tempo si sia fermato per confermarci che, solo accogliendo Cristo nella propria vita e facendone quotidiana esperienza, si raggiunge quella pienezza umana e spirituale che rende ricchi di gioia e di speranza e, perciò, capaci di farsi amici di viaggio di ogni uomo.
La canonizzazione dei martiri di Otranto è anche un'occasione propizia per Papa Francesco, che con la sua profonda spiritualità e la sua francescana semplicità chiama la Chiesa e tutti noi ad avere il coraggio della fede, che vivifica ed eleva l'uomo aprendolo a un reale rinnovamento di vita.

*Vicario generale dell'arcidiocesi

(©L'Osservatore Romano 12 maggio 2013)

13 commenti:

mariateresa ha detto...

sono Ot e dico anche Buona Domenica a tutti.
Oggi su Vatican Insider ho letto il Minuetto di Boccherini. Non credevo che fosse possibile, eppure il minuetto può essere accessibile in scrittura. Dopo i giornalisti ventriloqui , un'ulteriore specializzazione,il giornalista che suona il violino. nemmeno una stecca, una sviolinata fantastica.
E ci sono anche quelli da mettere in castigo.Che non osino.

Stiletto ha detto...

Bergoglio è uomo intelligente e ha una vasta esperienza in fatto di violinisti.
Non dimentichiamo che ha vissuto sotto la dittatura argentina e quindi sa che sono più leali e onesti gli oppositori che parlano in faccia e chiaro rispetto ai violinisti che sono disposti a cambiare spartito quando cambia il direttore d'orchestra.
Qualcuno è pure pronto a vendersi anche il violino.
Bergoglio non teme chi lo critica.
Sono i violisti che dovrebbero stare attenti a non esagerare perché il direttore d'orchestra potrebbe non fidarsi di chi cambia idea troppo velocemente.

Anonimo ha detto...

Credo di aver capito articolo e scrivente a cui alludi, io l'ho letto ieri.
Questo è quanto attendersi da chi tromboneggia su "vedove inconsolabili". Ha deposto il trombone per lo stradivari con il quale sta suonando la Primavera di Vivaldi.
Ricambio una Buona Domenica a tutti.
Alessia

Anonimo ha detto...

neanche un titoletto sui giornaloni sulla canonizzazione, se raccoglie una borsa prima pagina, prima messa di canonizzazione neanche meza parola
Sepolcri imbiancati

Max

Anonimo ha detto...

a sua immagine: la storia dei martiri di otranto ci insegnano che i cattivi stanno da entrambe le parti(sigh), quello che é importante , e il cristianesimo si compie, quando si capisce la forza dell'amore, pensa a gandi che grande testimonainza!

ohhhhhhhhhh in che cosa era il male nelle vittime di otranto? Cristo é la via, la verità, la vita, chi non confessa cristo confessa il diavolo. si chiami anche gandhi, parola di papa francesco. L'obbiettivo e la missione di cristo non é di essere un promotore sociale ma di convertire e battezzare nel nome di Cristo.


continua il conduttore:sono 45 minuti che il papa saluta(erano 20 presi con l'orologio), esce dal colonnato, per mostrare che si deve andare fuori dalal cheisa. (non perché c'era gente, se non c'era nessuno non si andava a fare un giro in via delal consiliazione)
Nun gliela faccio più

Max

Anonimo ha detto...

Ah ah ah: ma non è Papa Francesco il Papa che ha detto che fuori dalla Chiesa non si costruisce nulla (suore americane docent)? Ma che cavolo dice il presentatore?
Sui martiri mi auguro abbiano messo una pezza, perché detta così, la frase è allucinata (non solo allucinante).

Sentite, io mi sono convertita al CTV audio internazionale - cioè senza commento, Messa nuda e cruda. Sto molto meglio, travasi di bile non me ne vengono, e diffondo questa buona abitudine affinché, pian piano, nessuno guardi più i contenitori finto-cristiani!

W il CTV senza commento! W Radio Buon Consiglio! W tutti i canali e le trasmissioni che trasmettono l'autentica voce della Chiesa, senza gli inutili e dannosi imbonitori di piazza! :-D

Ester. :-)

mariateresa ha detto...

beh, Max, se vuoi fare venire uno schioppone a Carello, l'ennesimo, visto che ogni domenica qualcuno immaturo e sentimentalmente infantile (dice lui), glieli rompe, puoi mandargli un messaggio . "Perchè tante cassate in trasmissione ? guardi che può venire il diabete..."
Comunque lui è fatto così, si eccita mentre conduce e questo su ogni argomento. Certo che con questo inizio di nuovo pontificato se non si dà una calmata lo schioppone gli viene sul serio.

sam ha detto...

Sì ma sui Martiri di Otranto, Carello ha avuto un sussulto di cattolicitià e ha interrotto due o tre volte le castronerie dell'ospite che davvero erano inascoltabili....

non centrano le religioni... si tratta del confronto tra due civiltà, nord e sud del mediterraneo... vabbè non parliamo di Islam, ma dei fondamentalisti di tutte le religioni, anche i cristiani hanno fatto tanti massacri ....

davvero un'ipocrisia buonista e ideologica politically correct ributtante.

Persino uno come Carello oggi pareva in imbarazzo :-D

Anonimo ha detto...

Il problema è che i martiri cristiani continuano e questi conduttori e giornalisti continuano a parlare di Ghandi per non dover dire qualcosa per cui devono vivere nascosti. Eufemia

sam ha detto...

Già... a proposito di Ghandi... Carello ha ricordato che prima di soccombere ed essere catturati dai Turchi - e qui messi di fronte alla scelta tra la conversione e il martirio - i Cristiani di Otranto si sono difesi con quel poco che avevano (l'esercito era in Toscana) buttando l'acqua bollente giù per le mura... Invece l'ospite in studio continuava a ripetere che i martiri di Otranto rappresentano l'"amore disarmato", manco avessero aperto le porta ai Turchi vedendoli arrivare da lontano cantando tutti insieme: "siamo qui felici per farci ammazzare da voi e andare in Paradiso".
E' davvero grottesco... capisco che a molti piaccia l'idea di una Chiesa che tutta insieme si vota alla resa e al martirio!
Altro che Ghandi... si rileggano "Memoria e identità" di Giovanni paolo II, recensito dal Card.Ratzinger che l'ha definito il vero testamento spirituale del "venerato predecessore", e soprattutto si rileggano il capitolo sulla Legittima Difesa nel Catechismo della Chiesa Cattolica, visto che il Catechismo avrebbe dovuto essere il faro illuminante del dimenticato Anno della Fede!

sam ha detto...

La legittima difesa

2263 La legittima difesa delle persone e delle società non costituisce un'eccezione alla proibizione di uccidere l'innocente, uccisione in cui consiste l'omicidio volontario. “Dalla difesa personale possono seguire due effetti, il primo dei quali è la conservazione della propria vita; mentre l'altro è l'uccisione dell'attentatore. . . Il primo soltanto è intenzionale, l'altro è involontario” [San Tommaso d'Aquino, Summa theologiae, II-II, 64, 7].

2264 L'amore verso se stessi resta un principio fondamentale della moralità. E' quindi legittimo far rispettare il proprio diritto alla vita. Chi difende la propria vita non si rende colpevole di omicidio anche se è costretto a infliggere al suo aggressore un colpo mortale:
Se uno nel difendere la propria vita usa maggior violenza del necessario, il suo atto è illecito. Se invece reagisce con moderazione, allora la difesa è lecita. . . E non è necessario per la salvezza dell'anima che uno rinunzi alla legittima difesa per evitare l'uccisione di altri: poiché un uomo è tenuto di più a provvedere alla propria vita che alla vita altrui [San Tommaso d'Aquino, Summa theologiae, II-II, 64, 7].

2265 La legittima difesa, oltre che un diritto, può essere anche un grave dovere, per chi è responsabile della vita di altri. La difesa del bene comune esige che si ponga l'ingiusto aggressore in stato di non nuocere. A questo titolo, i legittimi detentori dell'autorità hanno il diritto di usare anche le armi per respingere gli aggressori della comunità civile affidata alla loro responsabilità.

2266 Corrisponde ad un'esigenza di tutela del bene comune lo sforzo dello Stato inteso a contenere il diffondersi di comportamenti lesivi dei diritti dell'uomo e delle regole fondamentali della convivenza civile. La legittima autorità pubblica ha il diritto ed il dovere ha il diritto ed il dovere di infliggere pene proporzionate alla gravità del delitto. La pena ha innanzi tutto lo scopo di riparare il disordine introdotto dalla colpa. Quando è volontariamente accettata dal colpevole, essa assume valore di espiazione. La pena poi, oltre che a difendere l'ordine pubblico e a tutelare la sicurezza delle persone, mira ad uno scopo medicinale: nella misura del possibile, essa deve contribuire alla correzione del colpevole.

2267 L'insegnamento tradizionale della Chiesa non esclude, supposto il pieno accertamento dell'identità e della responsabilità del colpevole, il ricorso alla pena di morte, quando questa fosse l'unica via praticabile per difendere efficacemente dall'aggressore ingiusto la vita di esseri umani.
Se invece i mezzi incruenti sono sufficienti per difendere dall'aggressore e per proteggere la sicurezza delle persone, l'autorità si limiterà a questi mezzi, poichè essi sono meglio rispondenti alle condizioni concrete del bene comune e sono più conformi alla dignità della persona umana.
Oggi, infatti, a seguito delle possibilità di cui lo Stato dispone per reprimere efficacemente il crimine rendendo inoffensivo colui che l'ha commesso, senza togliergli definitivamente la possibilità di redimersi, i casi di assoluta necessità di soppressione del reo “sono ormai molto rari, se non addirittura praticamente inesistenti” [Evangelium vitae, n. 56].

nonno ha detto...

Non capisco questa continua ostinazione da parte di cattolici a citare Gandhi con tutti i santi , martiri ed esempi cristiani che credevano in Cristo che abbiamo avuto

Anonimo ha detto...

Fa chic e si rischia niente,vuoi mettere col dire che gli 800 di Otranto sono morti per difendere la FEDE,roba fuori moda e fuori uso,soprattutto del tutto assente nelle alte sfere,anche più in basso,volendo,martiri se n'è persa la semenza,meglio discutere politicallly correct,dire cose ovvie,non far cenno alla propria identià religiosa,che gli altri si potrebbero offendere,auguri di stagione a Natale e Pasqua,buona notte,se riuscite a dormire pensando a quanti hanno avuto il coraggio di dire no....l'Islam è dietro l'angolo ed è tutt'altro che amichevole e ragionante,ma si fa finta di...a Istanbul,fratelli mussulmani.