lunedì 20 maggio 2013

Chi è il Diavolo e come agisce? Rispondono Jorge Mario Bergoglio e Abraham Skorka (da "Il Cielo e la Terra")

Grazie al lavoro della nostra Gemma leggiamo questo brano tratto da un testo dell'allora cardinale Bergoglio a colloquio con il rettore del seminario rabbinico Skorka.

Il Cielo e La Terra

II, Sul Diavolo, pag. 29-33

Sul Diavolo

Bergoglio:

Il Demonio è, teologicamente, un essere che scelse di non accettare il piano di Dio. Il capolavoro del Signore è l’uomo, alcuni angeli non lo accettarono e si ribellarono. Il Demonio è uno di loro. Nel Libro di Giobbe è il tentatore, colui che cerca di distruggere l’opera di Dio, colui che ci conduce verso l’alterigia e la superbia. Gesù lo definisce come il padre della menzogna, e il Libro della Sapienza afferma che il peccato entrò nel mondo per l’invidia del Diavolo rispetto al capolavoro di Dio. I suoi frutti sono sempre la distruzione, la divisione, l’odio, la calunnia. E, nella mia esperienza personale, lo percepisco ogni volta che sento la tentazione di fare qualcosa che non è ciò che Dio mi chiede.
Credo nell’esistenza del Demonio. Forse il suo maggior successo in questi tempi è stato farci credere che non esiste, che tutto possa essere risolto su un piano meramente umano. Come dice Giobbe, la vita dell’uomo sulla terra è una lotta, intendendo che le persone sono costantemente messe alla prova, sono sempre in lotta per superare situazioni o per superarsi. San Paolo ne prende atto e applica il concetto agli atleti che in uno stadio sono costretti a privarsi di molte cose per vincere. Anche la vita cristiana è una sorta di attività atletica, di lotta, di gara in cui bisogna disfarsi di ciò che ci allontana da Dio. Inoltre, voglio anche sottolineare che una cosa è il Demonio e un’altra è demonizzare le cose o le persone. L’uomo viene tentato, ma non per questo bisogna demonizzarlo.

Skorka:

La concezione ebraica del Diavolo è terribilmente ampia.
All’interno della mistica c’è quel che viene chiamato «l’altro senso», un po’ come se esistessero forze del male. Sebbene nella Bibbia appaia quell’immagine primigenia della vipera - che potrebbe essere interpretata come una forza del male che incita l’uomo contro il Signore - nel caso del Satana di Giobbe, proprio come in quello di Balaam, si tratta piuttosto di ipostasi di Dio. Satana, in Giobbe, formula davanti al Signore i dubbi che emergono nella nostra coscienza nel vedere un uomo integro che ringrazia Dio, quando ha tutto: perché non deve essere grato a Dio? Farà lo stesso nel momento del dolore? Nel caso di Balaam, ingaggiato da Balak per maledire il popolo d’Israele, Satana si piazza davanti a lui per evitare che trasgredisca all’ordine di Dio di non accettare la proposta del re di Moab. Quando parliamo del bene e del male che si manifestano nella creazione, c’è un versetto che è quello che più mi convince; si trova nel Libro di Isaia e dice che Dio è colui che forma la luce e crea le tenebre, che fa il bene e provoca la sciagura. È un versetto molto complicato che interpreto dicendo che il male non esiste di per sé, proprio come le tenebre non esistono se non in mancanza di luce. Il male è togliere il bene a una realtà e nemmeno il male esiste di per sé. Io, più che di un angelo, preferisco parlare dell’istinto. Per me non si tratta di un elemento esterno, ma di una parte interiore dell’uomo che sfida il Signore.

Bergoglio:

Anche nella teologia cattolica c’è un elemento endogeno, che si spiega a partire dalla caduta della natura in seguito al peccato originale. Siamo d’accordo su ciò che lei definisce «istinto», nel senso che non sempre quando qualcuno fa qualcosa d’inappropriato è spinto dal Demonio. Una persona può fare del male perché questa è la sua natura, il suo «istinto», che viene potenziato da una tentazione esogena. Nei Vangeli, attira l’attenzione il fatto che Gesù inizi il suo ministero con quaranta giorni di digiuno e con la preghiera nel deserto, e che proprio in quel momento Satana lo tenti perché trasformi in pane le pietre, con la promessa che non gli accadrà nulla se si butta dal Tempio e che avrà tutto ciò che desidera se lo adorerà. Insomma, il Demonio fa leva sulla condizione esistenziale di digiuno e gli propone un’«uscita onnipotente», incentrata su se stesso (una via d’uscita fatta di soddisfazione, vanità e orgoglio) e che lo allontana dalla sua missione e dalla sua identità di Servo di Yahweh.

Skorka:

Alla fine, accettarlo sta al libero arbitrio di ognuno. Tutto il resto sono percezioni, interpretazioni che derivano dai testi che consideriamo sacri. Quel che è chiaro è che c’è qualcosa, si tratti dell’istinto o del Diavolo, che si presenta a noi sfidandoci a dominarlo, a bandire il male. La malvagità non può sopraffarci.

Bergoglio:

È proprio questa la lotta dell’uomo sulla terra.

Da Jorge Mario Bergoglio, Abraham Skorka, "Il Cielo e La Terra", Mondadori 2013

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