martedì 31 dicembre 2013

Il "Te Deum" di Notre Dame: un omaggio ed un ringraziamento a Benedetto XVI

Tempo fa la nostra Gemma ci segnalò una serie di "istantanee" della Messa di Benedetto XVI con i suoi ex allievi. 
Quel bellissimo video, che ripropongo stasera, ha come sottofondo musicale il magnifico "Te Deum" di Notre Dame. 
Nell'augurarci vicendevolmente un sereno e proficuo Anno Nuovo, cogliamo l'occasione per ringraziare il Signore per il dono di Benedetto XVI. Con lui abbiamo gioito e sofferto ma il suo esempio ed i suoi insegnamenti resteranno per sempre nei nostri cuori.
Un abbraccio a tutti e BUON 2014 :-)
Raffaella



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Ma il personaggio dell'anno, anzi del nostro tempo, è papa Benedetto XVI (Sanfrancesco)

Clicca qui per leggere il commento.

Scalfari: il Papa, il peccato e una risposta a Lombardi. Scacco matto del Fondatore al portavoce? (R.)

Clicca qui per leggere la risposta di Scalfari a Lombardi a proposito della dichiarazione rilasciata ieri dal portavoce vaticano a Radio Vaticana a commento dell'editoriale di domenica del fondatore di Repubblica.
Il punto sta tutto li', caro Lombardi e cari esponenti del Vaticano: la libertà di coscienza!
In questo blog lo si e' ripetuto fino alla noia: il concetto di coscienza in senso cattolico e' talmente complesso da avere messo in difficolta' persino molti teologi. 
Joseph Ratzinger spiego' perfettamente (clicca qui) che cosa si intende per coscienza. Non stiamo affatto parlando della liberta' di fare e di agire come ci pare! Piaccia o non piaccia, cio' che pensa Scalfari e' entrato nell'immaginario collettivo. C'e' ancora spazio per rettifiche e precisazioni? Non credo visto che siamo nel mondo della percezione e non del ragionamento.
Carissimi amici, buona fine anno a tutti nella speranza che il 2014 sia migliore del 2013 :-)
R.

lunedì 30 dicembre 2013

31 dicembre 2012: Adorazione Eucaristica, Te Deum e visita di Benedetto XVI al Presepe di Piazza San Pietro (YouTube)

Grazie al lavoro della nostra instancabile Gemma rivediamo alcune immagini dell'Adorazione Eucaristica e del Te Deum presieduti da Benedetto XVI il 31 dicembre 2012 in occasione della celebrazione dei Primi Vespri della Solennità di Maria Santissima Madre di Dio. Qui il testo integrale dell'omelia.
Nel secondo video la visita di Benedetto XVI al Presepe di Piazza San Pietro.




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Editoriale Scalfari. P. Lombardi: il Papa non ha abolito il peccato (RV). Finalmente le precisazioni dal blog sempre invocate!

Clicca qui per leggere il testo.
A volte serve chiedere spiegazioni e precisazioni? Chissa'...
NOI l'abbiamo sempre fatto dai tempi di Benedetto XVI, ma allora nessuno "ai piani alti" si sentiva in dovere di intervenire a difesa del Santo Padre anche quando eravamo di fronte ad attacchi ignobili. 
Acqua passata, si dira'...enno'! Proprio no...
Rispondere da Radio Vaticana appare pero' insufficiente visto che cio' che pensa Scalfari e' opinione diffusissima anche presso i cattolici ormai. 
Piaccia o non piaccia e' proprio quella la "minestra" che ormai passano sui mass media.
Ah, per inciso: non intendo segnalare editoriali in cui si ringrazia Benedetto XVI per essersi, sostanzialmente, tolto di mezzo!
Tornando a noi, è indispensabile e non prorogabile chiarire bene che cosa si intende per perdono, per misericordia, per conversione e per peccato rammentando che la misericordia di Dio non può essere a buon prezzo essendo costata il sangue di Cristo. E' un concetto che il mondo non riesce ad accettare ma che la chiesa non puo' permettersi di non ribadire ai massimi livelli.

La nuova immagine della chiesa e le strategie di comunicazione nel commento di Gagliarducci

Clicca qui per leggere l'interessante articolo (ovviamente in inglese) segnalatoci da Mariateresa. Qui una traduzione sommaria.

Abolire il peccato? Ci provano da più di cento anni (Cascioli). Il punto è un altro (R.)

Clicca qui per leggere il commento segnalatoci da Laura.
Tutto condivisibile ma il problema e' un altro: come mai in tanti, fuori ma soprattutto dentro la chiesa, la pensano esattamente come Scalfari? 
Come mai si parla di "rivoluzione" non solo per esaltare un Papa ma per denigrare TUTTI quelli precedenti? 
E se Scalfari è in errore, come mai le alte gerarchie cattoliche ed i novelli guru della comunicazione vaticana tacciono e non replicano? 
Si puo' consentire questa confusione? 
Si puo' permettere, nel nome del "quieto vivere", che passino messaggi pericolosi e destabilizzanti per i semplici? 
Spero che sia ancora lecito porsi certe domande e che non arrivino le truppe corazzate a definirci di volta in volta protestanti, tradizionalisti, atei e compagnia cantante...
R.

domenica 29 dicembre 2013

La rivoluzione di Francesco. Ha abolito il peccato (Scalfari). Nessuna meraviglia: è questa la percezione generale (Raffaella)

Clicca qui per leggere l'editoriale segnalatoci da Gemma.
Credo che alcune affermazioni contenute in questo articolo siano di una gravità eccezionale ma personalmente non attribuisco a Scalfari alcuna colpa, perchè quanto ha scritto rispecchia, in tutto e per tutto, la "percezione" generale. 
Basta parlare con chiunque o ascoltare un qualsiasi dibattito televisivo per rendersi conto che l'abolizione del peccato e' esattamente il messaggio che e' passato in questi mesi. 
Giusto? Sbagliato? Probabilmente si tratta di un errore colossale ma ormai non conta piu' cio' che si dice ma come viene percepito cio' che si afferma. 
E' il mondo dominato dai media, è la chiesa stessa dominata dai mezzi di comunicazione che decidono di fare passare un concetto piuttosto che l'altro. Non c'e' quindi piu' alcuna liberta' di pensiero, quella eccezionale liberta' garantita da chi e' sempre andato controcorrente prendendosi insulti e subendo attacchi inauditi.
Mi colpisce questa frase di Scalfari: "Francesco abolisce il peccato servendosi di due strumenti: identificando il Dio cristiano rivelato da Cristo con l'amore, la misericordia e il perdono. E poi attribuendo alla persona umana piena libertà di coscienza".
Ecco i due punti fondamentali: la misericordia intesa come "perdonismo". Posso fare cio' che voglio perche' "tanto" Dio mi persona. E soprattutto: la coscienza intesa come libertà di fare cio' che si vuole perche' decido io che cosa è bene e che cosa è male.
Sono questi i passi avanti della chiesa?
Leggiamo oltre: "Un Papa rivoluzionario ci riguarda e il relativismo di aprirsi al dialogo con altre culture ci riguarda".
Relativismo, ecco la PAROLA CHIAVE! Ecco dove si voleva arrivare!
Ma la colpa non è di Scalfari. Che cosa si vuole dalla chiesa? Semplicissimo: l'autoemarginazione, la fusione con le Ong, con le associazioni caritative, con il buonismo a buon prezzo. 
In sostanza: si vuole che la chiesa diventi irrilevante, una voce fra le tante, applaudita e riverita, ma pur sempre inesorabilmente inoffensiva e insignificante.
Raffaella

giovedì 26 dicembre 2013

Coraggiosa intervista del card. Meisner in occasione del suo ottantesimo compleanno

Clicca qui per leggere l'intervista in tedesco segnalataci da Mariateresa. Qui una traduzione in inglese della parte piu' interessante. Noto che al card. Meisner non manca il coraggio e che, alla fine, chi si pone delle domande non e' poi cosi' "fuori di testa o fuori dal mondo".

Benedetto XVI, il più grande rivoluzionario della storia contemporanea

Clicca qui per leggere la riflessione segnalataci da molti amici del blog.
Auguro a tutti una felice Festività di Santo Stefano, Primo Martire cristiano. Mi auguro che abbiate passato un sereno Natale. 

mercoledì 25 dicembre 2013

BUON NATALE A TUTTI!!!

Carissimi amici, a tutti ed a ciascuno giungano i miei affettuosi e sinceri auguroni di Buon Natale :-)
Un abbraccio con tutto il cuore.
Raffaella

Vi lascio con il BELLISSIMO VIDEO creato dal nostro Scenron, che ringraziamo, su Papa Benedetto ed i bambini :)

martedì 24 dicembre 2013

Benedetto XVI: "Dio è apparso – come bambino. Egli si contrappone ad ogni violenza..." (YouTube)

Grazie al lavoro della nostra Gemma rivediamo e riascoltiamo l'omelia tenuta da Benedetto XVI il 24 dicembre 2011 in occasione della Santa Messa di Natale. Qui il testo integrale. Ancora tantissimi auguri a tutti nel ricordo costante degli insegnamenti di Papa Benedetto.



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Vaticano, l'incontro dei due Papi per gli auguri di Natale (video e foto)

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Papa Francesco in visita da Benedetto XVI. LE FOTO (Sky)

Clicca qui per vedere le foto segnalateci da Laura.
Buona Vigilia di Natale a tutti :-)

giovedì 19 dicembre 2013

Presumo che il Vaticano non intenda rispondere ad articoli come questo...

Clicca qui per leggere l'articolo.
Naturalmente ho scherzato nel titolo visto che non presumo ma so che non ci sara' alcuna risposta. Del resto perche' dire anche una sola parola in difesa di Benedetto XVI? In fondo egli non meritava precisazioni in pompa magna e nemmeno interventi in trasmissioni del sabato pomeriggio.

Bergoglio rimuove il cardinale antiabortista. LifeSiteNews.com: «Il movimento per la vita è sotto choc» (Gaggi)

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Da notare la scelta di certi termini ed aggettivi: "LifeSiteNews.com, uno dei più importanti siti dei cattolici integralisti americani" (integralisti?) e poi "coreografia dei paramenti sacri. Burke ha continuato a scegliere quelli più solenni, appariscenti e «lussuosi»" (coreografia? solenni, appariscenti e «lussuosi»?).

Purga fraterna del buon Francesco (Matzuzzi). A rischio la porpora per il campione antipedofilia Chaput?

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In questo momento di amnesia collettiva (anche per quanto riguarda il tema piu' gettonato degli ultimi anni: gli abusi sui minori), vorrei ricordare che Charles Chaput, arcivescovo di Philadelphia, si è distinto come campione della lotta contro i preti pedofili insieme all'arcivescovo di Boston, a Mons. Scicluna e, ovviamente, a Ratzinger, cardinale e Papa.
Punizione per avere osato muovere una critica? Mi auguro di no perche', se Benedetto XVI avesse usato lo stesso metro, sarebbero rimasti ben pochi cardinali in conclave e le critiche sarebbero state pesantissime.

Molto accentratore e poco collegiale. I vescovi lo vedono così (Magister)

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Interessante la parte che riguarda i vescovi italiani...si conferma cio' che ho sempre pensato di loro. Applausi!

mercoledì 18 dicembre 2013

Il Vaticano sempre più efficiente: ora contano le presenze reali alle udienze e non più i biglietti distribuiti

Clicca qui per leggere la notizia.
Ricordiamo le battaglie del blog negli anni scorsi? Ricordiamo quando chiedevamo che venisse conteggiato il numero effettivo dei fedeli alle udienze ed agli Angelus e non solo quello dei biglietti distribuiti? Parlavamo al vento ma ora noto che il Vaticano è diventato sempre più esperto di comunicazione. Applausi :-)
Per non dimenticare leggiamo il post relativo ai dati del 2008: "INCONGRUENZE NEI DATI STATISTICI DIFFUSI DALLA PREFETTURA DELLA CASA PONTIFICIA SUL NUMERO DI FEDELI...URGE CORREZIONE: LO SPECIALE DEL BLOG".
Due pesi e due misure...che cosa insegna la chiesa ai cattolici?

Il Papa fa repulisti di conservatori nel dicastero per i vescovi (Matzuzzi). E i principi non negoziabili?

Clicca qui per leggere l'articolo.
Leggo: "Punto di rottura, l’invito papale a non fare dei cosiddetti princìpi non negoziabili il cardine dell’agenda pastorale. Di temi come l’aborto, l’eutanasia, le nozze omosessuali se ne deve parlare solo all’interno di un determinato contesto, non serve ripetere ogni giorno qual è la posizione della chiesa, diceva Bergoglio".
Il punto è che di questi, tanto bistrattati dai media, principi non negoziabili ormai non si parla piu'! 
Nella visione del mondo amplificata dai giornali, ma soprattutto dalle televisioni e da internet, il silenzio, purtroppo, equivale ad assenso. 
Basta seguire un qualsiasi dibattito nei salotti buoni per capire che quel "chi sono io per giudicare" è diventato il programma del Pontificato. 
La prova? Clicca qui.
Ci pensano poi i soliti "preti televisivi" a mettere benzina sul fuoco di quell'espressione e, quindi, il telespettatore medio pensa: "posso fare cio' che voglio perche' nessuno mi giudica. La mia coscienza (intesa come autodeterminazione assoluta) mi guida".
Nessuno spiega che cosa Francesco intendesse con quella frase o con la parola "coscienza" nell'intervista a Scalfari anzi...ci sono sacerdoti con ruoli chiave in Vaticano (ruoli ricoperti anche prima di marzo) che oggi vanno nei talk show a parlare del successo mediatico del nuovo Papa mostrando un sorriso che nessuno avrebbe mai sospettato che possedessero.
Credo che la chiesa abbia molto su cui riflettere soprattutto sul prezzo da pagare per mantenere la "pax mediatica".
R.

lunedì 16 dicembre 2013

Il coro della Basilica di Collemaggio ha incontrato il Papa Emerito Benedetto XVI

Clicca qui e qui (dal sito di Beatrice) per leggere la notizia e vedere le foto. Grazie a tutti per la segnalazione!

Benedetto XVI a Friburgo: Vi è una ragione in più per ritenere che sia nuovamente l’ora di trovare il vero distacco del mondo, di togliere coraggiosamente ciò che vi è di mondano nella Chiesa (YouTube)

Grazie al lavoro della nostra Gemma rivediamo e riascoltiamo lo storico discorso di Benedetto XVI in occasione dell'incontro con cattolici impegnati nella Chiesa e nella società nel Konzerthaus di Freiburg im Breisgau (25 settembre 2011).
Il testo dell'intervento (consultabile qui) passò sotto silenzio ma ha ancora oggi una portata storica straordinaria.
Chiediamoci come mai nel settembre 2011 nessuno parlò di "rivoluzione" o di "Papa che rompeva ogni schema". E' ragionevole pensare che passino solo quegli interventi che i media bollano come storici in un determinato momento e se pronunciati da determinate persone. Se vi è un anticipo di antipatia verso qualcuno non c'e' modo di rompere il muro di gomma.




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sabato 14 dicembre 2013

Card. Schoenborn: Nel discorso di Benedetto XVI a Friburgo, del settembre 2011, c'e' il programma di Papa Francesco, con l'appello alla Chiesa al distacco dal mondo (Izzo)

Papa: Schoenborn, suo programma è in discorso Benedetto a Friburgo

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 11 dic. 

"Nel discorso di Benedetto XVI a Friburgo, del settembre 2011, c'e' il programma di Papa Francesco, con l'appello alla Chiesa al distacco dal mondo". 
Lo ha affermato il cardinale di Vienna, Christopher Schoenborn, intervenendo alla presentazione del libro "L'ultima parola" della vaticanista Giovanna Chirri. 
"Tutto cio' che Benedetto ha detto a Friburgo si legge come il programma di Papa Francesco. Pochi pensatori hanno dato come Benedetto indicazioni su come comportarsi in un mondo secolarizzato, vivendo in una diaspora simile a quella degli ebrei, che non deve farci paura", ha sottolineato il porporato domenicano che - nel salone dell'Opera Romana Pellegrinaggi - ha anche fatto un test tra i presenti, ai quali ha chiesto di chi fossero le parole "sulla tendenza contraria al Vangelo di una Chiesa soddisfatta di se', che si e' accomodata nella sua istituzionalizzazione, ignorando la chiamata a essere aperta a Dio e al prossimo". "Sono parole di Benedetto, tanto criticato, ma tutti ora le attribuiremmo a Francesco, l'uomo dell'anno", ha sottolineato Schoenborn, per il quale "tra Benedetto e Francesco  c'e' una semplicita' davvero cristiana. Si puo' dire un'amicizia".
 "Dopo le dimissioni - ha raccontato il cardinale Schoenborn - ho incontrato Benedetto una sola volta, il primo settembre scorso, alla messa che ha celebrato per i suoi ex allievi, al cui raduno per la prima volta in 33 anni non ha partecipato. "Ma resta un caso unico - ha aggiunto - quello di un professore che fa ogni anno un incontro con gli studenti". "Quel giorno - ha confidato Schoenborn ai giornalisti - ho vissuto l'esperienza singolare di incontrare uno dopo l'altro due Papi. Benedetto l'ho trovato sereno, e ha pronunciato a braccio un'omelia pronta per stampare".
 Accanto ai ricordi dolci, pero,' il cardinale Schoenborn ha rievocato anche i momenti difficili del Pontificato ratzingeriano, lanciando questa sera anche una critica molto dura al cardinale Tarcisio Bertone, ex segretario di Stato, in merito al caso Williamson, cioe' alla revoca della scomunica ai vescovi lefebvriani decisa ignorando le criminali dichiarazioni negazioniste di uno di loro. 
"La comunicazione interna alla S. Sede - ha accusato Schoenborn - era disastrosa, e il Papa ne ha tirato una conclusione tremenda nella lettera a tutto l'episcopato, che resta un capolavoro. Ma io mi chiedo - ha scandito - perche' nessuno ha preso sulle sue spalle il disastro avvenuto. Dal responsabile diretto di quel dossier fino al segretario di Stato, qualcuno doveva prendere quella responsabilita' che certo non era di Benedetto XVI. E lui si e' indirizzato a tutti i vescovi del mondo. E questa comunicazione dice molto su Joseph Ratzinger, per lui non c'e' per niente strategia. Conta la verita' che porta la luce della chiarezza e che sa imporsi da se stessa. Da questo possiamo tutti imparare, cardinali e giornalisti".
 Schoenborn si e' chiesto anche il perche' di "tanta incomprensione in Germania: avevano scritto - ha ricordato - 'noi siamo Papa', ma poco dopo si sono vergognati di lui". E in proposito ha rivelato che "nel Conclave del 2005, mai ha avuto un ruolo la questione che Ratzinger fosse tedesco: questo fatto - ha detto - non e' entrato in nessun modo nella discussione alla mia conoscenza".
 "Nel seminario a Frisinga dove ha studiato, nella biblioteca non c'e' nessun libro di Ratzinger. Nella biblioteca del duomo dove e' stato ordinato nemmeno. E' doloroso. Questo e' frutto di  ignoranza: c'e' la superbia di non vedere la grandezza di Ratzinger, tuttavia - ha sottolineato - fa parte del suo cammino e della sua grandezza il fatto che mai se ne e' amareggiato". "Ma - ha osservato il cardinale di Vienna ricordando il titolo del bel libro di Giovanna Chirri - non e' detta ancora 'l'ultima parola". E la testimonianza di un uomo di tale intelligenza, un gigante, che non per caso che ha conquistato Gran Bretagna, Stati Uniti, Africa e libano, questa umilta' alleata con un'intelligenza grandissima non puo' rimanere ignota. Nel '900, anche se Balthasar e' autore di un'opera gigantesca, solo lui ha la qualita' di un maestro che dura per sempre. Solo Ratzinger ha la statura di un classico che potra' rimanere come Agostino e Anselmo". 

© Copyright (AGI)

Mons. Müller: l'opera di Benedetto XVI è un incontro personale con Gesù

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Müller si spiega in buon tedesco ai ribelli di Monaco e Colonia (Matzuzzi)

Clicca qui per leggere l'articolo segnalatoci da Fabiola e Laura.

giovedì 12 dicembre 2013

Schoenborn critica la Curia sul caso Williamson. Benedetto XVI prese su di sé il peso degli errori altrui

Clicca qui per leggere la notizia.
Quante volte anche su questo blog abbiamo fatto le medesime considerazioni? Benedetto XVI si e' caricato di ogni responsabilita' per TUTTI. Forse, con un mignolo di aiuto da parte di cardinali, vescovi, curia e tutta la compagnia ora cantante, le cose sarebbero andate in modo diverso...inutile parlarne ancora. Sara' la storia a farlo...forse!

Come storia e trascendenza si sposano nel Gesù di Joseph Ratzinger (Caruso)

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mercoledì 11 dicembre 2013

Benedetto XVI: "Il Papa non è un sovrano assoluto, il cui pensare e volere sono legge..." (YouTube)

Grazie al bellissimo lavoro della nostra Gemma riascoltiamo la straordinaria omelia pronunciata da Benedetto XVI il 7 maggio 2005 nella Basilica di San Giovanni in Laterano. In quel giorno egli si insediava sulla Cattedra del Vescovo di Roma. 
Restano scolpite come pietre miliari del Pontificato le seguenti parole: "Il Vescovo di Roma siede sulla sua Cattedra per dare testimonianza di Cristo. Così la Cattedra è il simbolo della potestas docendi, quella potestà di insegnamento che è parte essenziale del mandato di legare e di sciogliere conferito dal Signore a Pietro e, dopo di lui, ai Dodici…Questa potestà di insegnamento spaventa tanti uomini dentro e fuori della Chiesa. 
Si chiedono se essa non minacci la libertà di coscienza, se non sia una presunzione contrapposta alla libertà di pensiero
Non è così. 
Il potere conferito da Cristo a Pietro e ai suoi successori è, in senso assoluto, un mandato per servire. 
La potestà di insegnare, nella Chiesa, comporta un impegno a servizio dell’obbedienza alla fede. 
Il Papa non è un sovrano assoluto, il cui pensare e volere sono legge
Al contrario: il ministero del Papa è garanzia dell’obbedienza verso Cristo e verso la Sua Parola. 
Egli non deve proclamare le proprie idee, bensì vincolare costantemente se stesso e la Chiesa all’obbedienza verso la Parola di Dio, di fronte a tutti i tentativi di adattamento e di annacquamento, come di fronte ad ogni opportunismo".
Il testo integrale dell'omelia si trova a questo link.




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martedì 10 dicembre 2013

Gesù di Nazaret nella trilogia di Joseph Ratzinger e Benedetto XVI (Müller)

Figura e messaggio

Anticipiamo brani della prolusione che l’arcivescovo prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede tiene martedì 10 dicembre alla Pontificia Università Lateranense per la presentazione del volume VI,1 dell’opera omnia di Joseph Ratzinger e Benedetto XVI Gesù di Nazaret. La figura e il messaggio nelle edizioni in lingua italiana (Libreria Editrice Vaticana) e tedesca (Herder), che presenta riuniti i tre volumi su Gesù apparsi nel 2007, nel 2011 e nel 2012.

(©L'Osservatore Romano 11 dicembre 2013)

Gesù di Nazaret nella trilogia di Joseph Ratzinger e Benedetto XVI 

Incontro personale 

di GERHARD LUDWIG MÜLLER

L’unità di Gesù con Dio è il contenuto della confessione di fede originaria, riconosciuta sia nella forma predicata e vissuta dal Gesù pre-pasquale, sia nella relazione intradivina del Figlio eterno col Padre, cui si accede mediante l’evento pasquale. Tale percezione, tuttavia, rimane inaccessibile a una conoscenza puramente naturale dei discepoli, perciò dipende dall’azione dello Spirito Santo, dono del Crocifisso-Risorto tornato al Padre. Sullo sfondo di questa ermeneutica cristologica fondamentale, tra storicità e trascendenza, prende forma lo studio storico-teologico di Benedetto XVI. Come la confessione di fede primitiva scaturisce dall’incontro personale dei discepoli con Gesù Crocifisso — risuscitato dal Padre — nello Spirito, così Benedetto XVI offre la propria testimonianza di quello stesso incontro, con il linguaggio di oggi, mediato dalla sua esperienza ecclesiale. In quanto studio critico e insieme meditazione teologica, la trilogia su Gesù di Nazaret si propone di illustrare il cammino messianico di Gesù in mezzo al suo popolo, fino al suo esito pasquale, cui si aggiungono i racconti dell’infanzia. Lo stile adottato dell’autore si avvicina a quello dei Padri della Chiesa, che amavano collegare alcuni riferimenti dell’Antico Testamento alle scene evangeliche, per mostrare la novità di Gesù, in una sorta di continuità con l’antica alleanza. Ciò che la comunità cristiana crede viene così custodito nella fedeltà alle radici ebraiche, sulle quali fiorisce il compimento delle promesse fatte da Dio al suo popolo Israele, per dilatarsi in un orizzonte universale. Al lettore si domanda di lasciarsi avvolgere da quel clima di fiducia che dispone a entrare nella sequela.
Nel primo volume — Dal battesimo alla trasfigurazione — Benedetto XVI mette in risalto la singolare immediatezza del rapporto di Gesù con Dio, al quale si riferisce in quanto Figlio: «Egli vive al cospetto di Dio, non solo come amico ma come Figlio: vive in profonda unità col Padre» (Gesù I, p. 26). In tal modo, quella che potrebbe sembrare una prospettiva “dall’alto”, in verità, appartiene a ciò che i Vangeli trasmettono nel modo più naturale e continuo — potremmo dire “dal basso” del Figlio che si rivolge “all’alto” del Padre. Infatti, mai si dubita che Egli si sia percepito in questa relazione filiale di ascolto e obbedienza: «L’Io di Gesù impersona la comunione di volontà del Figlio col Padre. È un io che ascolta e obbedisce» (Gesù I, p. 145). La viva umanità di Gesù è sempre riferita e orientata al Padre, come alla sua origine e al suo destino. Il Padre sta dietro di Lui, in quanto lo ha inviato; gli sta dinanzi, come Colui che lo sostiene e lo attende. Vengono così in luce i tratti essenziali della figura di Gesù, lungi dalla preoccupazione di entrare nell’intimo della sua coscienza, peraltro di difficile accesso attraverso testi non da Lui scritti. Il volto del Signore, com’è percepito dal senso della fede che ogni credente sa riconoscere, viene qui rappresentato lungo la strada che va dal fiume Giordano al monte Tabor.
L’autore presenta i quadri del ministero pubblico di Gesù nella loro successione cronologica e tematica (il battesimo; le tentazioni; l’annuncio del Regno; il discorso della montagna; l’insegnamento del Padre nostro; i discepoli; le parabole; le immagini giovannee; la professione di fede di Pietro e la trasfigurazione; una conclusione sulle affermazioni di Gesù su se stesso). Egli parte da un testo o da un episodio, ne ricostruisce la base anticotestamentaria, illumina il senso della scena o dell’insegnamento in rapporto ad altri passi evangelici, attinge a qualche interpretazione patristica, per concludere mostrando il significato che questo avvenimento può acquisire per il nostro presente. Senza alcun timore nei confronti del metodo storico-critico, lungi dalla vivisezione di un cadavere che dovrebbe essere rianimato dalla strumentazione esegetica e filologica, l’esposizione dell’autore si muove tra storia e trascendenza. La persona di Gesù è colta nella prospettiva di fede, secondo una profonda ragionevolezza, che si rivolge umilmente alla libertà di chi legge. La scelta di questa ermeneutica fondamentale si basa sul fatto che i Vangeli ci mostrano un Gesù sostanzialmente armonico, pur sotto diverse angolature. Quella che potrebbe apparire come riduzione della pluralità neotestamentaria all’unità del soggetto Gesù Cristo, che parla e agisce coerentemente, in realtà, è ciò da cui trae origine la varietà delle testimonianze evangeliche. Attraverso questa feconda tensione tra unità e pluralità si dischiude l’accesso alla continuità sostanziale tra il Gesù storico dei Vangeli e quello predicato dalla Chiesa.
Il quadro centrale della trilogia — Dall’ingresso in Gerusalemme fino alla risurrezione — è composto da dieci scene (ingresso in Gerusalemme e purificazione del Tempio; il discorso escatologico di Gesù; la lavanda dei piedi; la preghiera sacerdotale di Gesù; l’ultima cena; Getsèmani; il processo a Gesù; la crocifissione e la deposizione di Gesù nel sepolcro; la risurrezione di Gesù dalla morte; è salito al cielo, siede alla destra di Dio Padre e di nuovo verrà nella gloria). Proseguendo con il medesimo stile, l’autore si confronta con la letteratura esegetica e teologica, alla ricerca delle scelte che sostengono la maggiore plausibilità storica degli avvenimenti considerati. Alcuni riferimenti al tempo presente sono rivolti all’attualizzazione del messaggio di Gesù. L’inseparabile legame tra l’identità filiale divina di Gesù, pienamente rivelata nell’evento pasquale, e la professione della fede ecclesiale costituisce la base fondamentale della meditazione teologica. Potremmo dire che in quest’opera, Benedetto XVI espone in forma narrativa e meditativa il contenuto della sua prospettiva cristologica fondamentale, presentata in modo sistematico nel volume Introduzione al cristianesimo (1968). L’essere di Gesù totalmente relativo al Padre, in relazione intima e incomparabile con Lui, è l’assunto centrale su cui si fonda l’inscindibile unità tra il suo essere e agire, dando luogo a una sorta di “concretizzazione ontologica”: «Egli è tutto insieme Figlio, Verbo, missione; il suo agire penetra sino alla estrema radice del suo essere, formando un tutto unico con esso. Ed è precisamente in questa inscindibile unità fra essere e agire, che sta la sua peculiarità» (Joseph Ratzinger, Introduzione al cristianesimo, Brescia, Queriniana, 1969, p. 178). La persona di Gesù, Verbo eterno di Dio, vive i giorni della sua carne alla presenza del Padre da cui viene e a cui torna, attraverso il suo ministero di mediatore escatologico del Regno di Dio. Conseguentemente, non è possibile interpretare le affermazioni cristologiche dei Concili antichi in discontinuità con le testimonianze neotestamentarie, nel momento in cui formularono con la concettualità greca quanto proveniente dall’ambiente semitico dei Vangeli. Per introdurre il lettore al mistero dell’origine di Gesù, l’autore ci ha offerto il terzo quadro, sui racconti dell’infanzia («Di dove sei tu?»; l’annuncio della nascita di Giovanni Battista e della nascita di Gesù; la nascita di Gesù a Betlemme: i magi d’oriente e la fuga in Egitto; Gesù dodicenne nel Tempio) — coerentemente con l’evoluzione storica, letteraria e teologica dei Vangeli. La domanda che Pilato rivolge a Gesù — «Di dove sei tu?» (Giovanni, 19, 9) — va ben oltre una richiesta d’informazione; è la domanda sulla sua intima origine e sulla sua vera natura, che sta sotto uno strano paradosso: «L’origine di Gesù è insieme nota e ignota, è apparentemente facile da spiegare e, tuttavia, con ciò non è trattata in modo esauriente» (Infanzia, p. 12). Ora, i Vangeli di Matteo e Luca, per rispondere a questa domanda, premettono ai racconti le loro genealogie. Invece, Giovanni apre il suo Vangelo con un Prologo (1, 1-18), rispondendo in modo differente alla domanda sul “di dove” riguardo a Gesù, che ha come conseguenza la nostra genealogia di credenti. Egli viene da Dio, in principio è con Lui, e la sua carne è la tenda dell’incontro, ove s’inaugura un nuovo modo di essere uomini. Perciò, «chi crede in Gesù, entra, mediante la fede, nell’origine personale e nuova di Gesù, riceve questa origine come origine propria. (...) la nostra vera “genealogia” è la fede in Gesù, che ci dona una nuova provenienza, ci fa nascere “da Dio”» (Infanzia, p. 21). Da questo tipo di accostamento tra le diverse prospettive evangeliche, emerge una profonda coerenza circa l’origine di Gesù: Colui che nasce nel tempo da Maria è il medesimo che era “in principio” presso Dio. Su questa base, sarà possibile formulare il dogma dell’unione ipostatica, senza con ciò inventare quanto nei Vangeli non avrebbe fondamento. In conclusione, con la trilogia di Joseph Ratzinger Benedetto XVI, abbiamo di fronte la vivida rappresentazione del «protagonista finalmente apparso» (Infanzia, p. 27), che non corrisponde al cadavere vivisezionato dell’esegesi scientifica, quanto piuttosto alla presenza attuale di Gesù nella vita della Chiesa, trasmesso dalla tradizione dei testimoni, nella ininterrotta catena che va da Pietro ai suoi successori. Tale opera vale dunque a mostrare che il Verbo di Dio veduto, udito, toccato e contemplato dai discepoli (cfr. 1 Giovanni, 1, 1-4), la cui memoria viva è trasmessa dalla Chiesa, è la misura per tutti coloro che nutrono speranza che Dio possa incontrarli nella storia, nella loro storia.

(©L'Osservatore Romano 11 dicembre 2013)

venerdì 6 dicembre 2013

CONSIGLI PER GLI ACQUISTI: NOVITA' IN LIBRERIA

Giovanna Chirri, "L' ultima parola - Gesti e parole di Benedetto XVI che hanno segnato la storia", San Paolo 2013

"Benedetto sulla cima del colle", San Paolo 2013

Piergiorgio Odifreddi, Benedetto XVI (Joseph Ratzinger), "Caro papa teologo, caro matematico ateo - Dialogo tra fede e ragione, religione e scienza", Mondadori 2013

Benedetto XVI, "Encicliche di Benedetto XVI -  Deus caritas est, Spe salvi, Caritas in veritate", Edizioni Dehoniane Bologna 2013

Benedetto XVI, "Pensieri di fede per una vita felice - Riflessioni, massime, esortazioni per la meditazione quotidiana", Mondadori 2013

Benedetto XVI, "Gesù di Nazaret. La figura e il messaggio" (Opera Omnia di Joseph Ratzinger), Libreria Editrice Vaticana 2013

Benedetto XVI, "Lettere encicliche di Benedetto XVI, Paoline Edizioni 2013

Marengo Gilfredo, "Benedetto XVI, il Vaticano II e la rinuncia al Pontificato", Cittadella 2013

Donato Petti, "Dialogo sulla politica con papa Benedetto XVI" ebook, Lateran University Press 2013

Benedetto XVI , "Insegnamenti di Benedetto XVI. Vol. 8.1 (2012)", Libreria Editrice Vaticana 2013

"L' anima tomista di Benedetto XVI", Editore Angelicum University Press 2013

Carlos Castro Tello, Pilar Sarabia Lago, "Simbolo della fede. Riflessione teologica di Papa Benedetto XVI ed esperienza spirituale di Concepción Cabrera de Armida", OCD 2013

ALTRI TESTI INTERESSANTI


giovedì 5 dicembre 2013

Benedetto XVI: La città prima nasconde e poi espone al pubblico. Senza pietà, o con una falsa pietà (YouTube)

Grazie al lavoro della nostra Gemma rivediamo le immagini dell'atto di venerazione di Benedetto XVI alla Vergine Immacolata di Piazza di Spagna. Era l'8 dicembre 2009.
Il discorso diventò celebre per la profondità con cui il Papa trattò il rapporto fra gli "invisibili" ed i mass media. Il testo integrale dell'intervento è consultabile qui



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mercoledì 4 dicembre 2013

lunedì 2 dicembre 2013

Le tre Gmg di Benedetto XVI in un collage video (YouTube)

Grazie al lavoro della nostra Gemma vediamo questo bellissimo speciale di TV2000 che ci introduce ad una serie di video dedicati alla Giornate Mondiali della Gioventù presiedute da Papa Benedetto XVI.




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giovedì 28 novembre 2013

E' sempre colpa del "Prefetto della fede"...

Clicca qui per leggere il solito articolo.
Quanto sono cattivi questi Prefetti della CDF...a Papa buono corrisponde sempre Prefetto cattivo, come nelle migliori fiction televisive. 
Non e' un po' troppo riduttivo? 
Comunque niente paura: in ultima istanza è sempre colpa di Ratzinger!
Se la chiesa deve essere rappresentata come uno sceneggiato, direi che io preferisco "Don Matteo", "Don Bosco" ma anche "Le tre rose di Eva" e "Una grande famiglia"...il copione è decisamente più affascinante :-)

lunedì 25 novembre 2013

Benedetto XVI abbraccia i fedeli al termine della Messa di insediamento (YouTube)

Grazie al lavoro della nostra Gemma vediamo l'ultimo filmato relativo alla Messa di inizio di Pontificato di Benedetto XVI. Al termine della celebrazione il Santo Padre sale sulla papamobile e saluta le centinaia di migliaia di fedeli giunti in Piazza San Pietro. A breve verrà creata una "playlist" su YouTube contenente tutti i video relativi alla Santa Messa celebrata il 24 aprile 2005.



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Anche il papa fa autocritica. E corregge tre errori...ma i media tacciono su questo suo cambio di passo (Magister)

Clicca qui per leggere il commento.
Ormai e' tardi: i media non ritorneranno mai sui propri passi. Una volta che la vulgata passa, e' solo quella che essi cavalcano nel bene e nel male.

domenica 24 novembre 2013

sabato 23 novembre 2013

Ill.mo Signor Professore Odifreddi! Il testo integrale della risposta di Benedetto XVI al matematico ateo

Clicca qui per leggere il testo. La trascrizione della lettera disponibile anche qui.

La Lev pubblica il sesto volume dell'Opera Omnia di Joseph Ratzinger, che riunisce la trilogia del “Gesù di Nazaret”

Riceviamo e con grande piacere e gratitudine pubblichiamo:

Lev pubblica sesto volume Opera omnia Ratzinger, che riunisce la trilogia del “Gesù di Nazaret”

Città del Vaticano, 21 novembre 2013 

Prosegue presso la Libreria Editrice Vaticana la pubblicazione dei volumi di Joseph Ratzinger inseriti nell’Opera omnia. Dopo il volume XI, “Teologia della liturgia” (2010), e il XII, “Annunciatori della Parola e Servitori della vostra gioia” (2013), esce il primo dei due tomi che compongono il sesto volume. S’intitola “Gesù di Nazaret – La figura e il Messaggio” e presenta riuniti i tre volumi su Gesù di Joseph Ratzinger-Benedetto XVI, apparsi nel 2007, nel 2011 e nel 2012, in “ultima edizione riveduta e corretta”. Il secondo tomo, in fase di traduzione, conterrà ulteriori contributi di Joseph Ratzinger sulla cristologia e avrà il sottotitolo “Scritti di cristologia”.
“Nell’assumere, nell’Opera omnia, i tre volumi su Gesù di Nazaret, pubblicati nel corso del pontificato di papa Benedetto XVI – annota nella Prefazione l’arcivescovo Gerhard Ludwig Müller, prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede e curatore dell’Opera omnia –, si vuole rendere omaggio a questa inesausta ricerca che ha guidato Joseph Ratzinger nella stesura del suo manoscritto. Da sessant’anni i vari temi della cristologia stanno al centro della sua attività e del suo insegnamento come professore universitario, come vescovo e come Papa”.
“L’ordine temporale adottato nel raccogliere e presentare i tre libri – è specificato nelle indicazioni editoriali – non corrisponde all’effettivo ordine cronologico della loro pubblicazione; segue, bensì, la cronologia dei Vangeli. In tal senso, il libro più recente, L’Infanzia di Gesù, è posto all’inizio del presente tomo. Segue Dal battesimo al Giordano fino alla Trasfigurazione e, infine, Dall’ingresso in Gerusalemme fino alla Risurrezione”. “La trilogia su Gesù di Nazaret è stata assunta nell’Opera omnia di Joseph Ratzinger benché la pubblicazione dei singoli libri sia avvenuta durante il pontificato di Benedetto XVI. È lo stesso autore, nella premessa al primo di essi, a chiarire la  motivazione alla base della genesi dei tre volumi. Essi «in alcun modo sono un atto magisteriale, ma unicamente espressione della mia ricerca personale del ‘volto del Signore’»”. Inoltre, è ancora precisato nelle indicazioni editoriali, “rispetto alle precedenti edizioni dei singoli libri della trilogia, tutte le citazioni della Bibbia in lingua italiana sono state aggiornate alla traduzione ufficiale della Bibbia della Conferenza Episcopale Italiana 2008”.
“Con i suoi tre libri sulla figura centrale della nostra fede – si legge nella Prefazione –, Joseph Ratzinger/Benedetto XVI ha stimolato un dibattito durevole su Gesù di Nazaret”. E in un altro passaggio monsignor Müller scrive: “Lo sguardo a sei decenni di intenso approfondimento spirituale e scientifico degli ambiti tematici della cristologia, rivela, nell’opera teologia di Joseph Ratzinger, la continuità del suo pensiero. Traspare, dai suoi scritti, quel prolungato confronto con la figura di Gesù cui egli stesso fa riferimento nel primo volume della sua trilogia su Gesù di Nazaret pubblicato nel 2007. (…) Egli si oppone con decisione a un’epoca intrisa di scetticismo, che non crede che Dio si è manifestato definitivamente nel suo Figlio”. “Con la chiarezza che deriva dal credo della Chiesa – continua il curatore –, egli sviluppa, a partire dalle acquisizioni storiche e dai racconti dei Vangeli, una visione complessiva sulla persona di Gesù di Nazaret tanto invitante quanto stimolante per l’ulteriore riflessione”.

Esce il sesto volume dell'Opera omnia di Joseph Ratzinger, che riunisce la trilogia del “Gesù di Nazaret"

Clicca qui per leggere la notizia segnalataci da Laura.

mercoledì 20 novembre 2013

Santa Messa di insediamento di Benedetto XVI: la liturgia (YouTube)

Grazie al lavoro della nostra Gemma rivediamo la parte squisitamente liturgica della Messa di inaugurazione del Pontificato di Benedetto XVI.



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lunedì 18 novembre 2013

Benedetto XVI riceve il pallio e l'anello del Pescatore (YouTube)

Grazie al lavoro della nostra Gemma rivediamo un'altra parte della Santa Messa di inizio Pontificato di Benedetto XVI (24 aprile 2005). In questo video assistiamo alla consegna del pallio e dell'anello del Pescatore.



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venerdì 15 novembre 2013

L'omaggio alla tomba di Pietro e l'ingresso solenne di Benedetto XVI in Piazza San Pietro (YouTube)

Grazie al lavoro della nostra impagabile Gemma rivediamo un documento davvero prezioso.
Il canto delle "Laudes Regiae" accompagna l'ingresso solenne di Benedetto XVI in Piazza San Pietro in occasione della Messa di inaugurazione del Pontificato (24 aprile 2005).
La Messa è preceduta dall'omaggio del Papa alla tomba dell'Apostolo Pietro.



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mercoledì 13 novembre 2013

L'omaggio di Benedetto XVI al Maestro Bartolucci (YouTube)

Grazie al sapiente lavoro della nostra Gemma vediamo questo omaggio al card. Domenico Bartolucci , Maestro perpetuo della Cappella Musicale Pontificia Sistina, recentemente scomparso. Fu Papa Benedetto XVI a creare cardinale il Maestro nel Concistoro del novembre 2010. Un pensiero speciale ed una preghiera al card. Bartolucci nel giorno dei suoi Funerali.



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lunedì 11 novembre 2013

Se ogni innovazione diventa epocale (Fabio Colagrande)

Clicca qui per leggere l'articolo segnalatoci da Luisa e Gemma.
Si tratta di un commento onesto ed obiettivo. Credo pero' che, oggi come oggi, sia impossibile fermare il vortice mediatico che esalta il "nuovo" per buttare il "vecchio". La percezione e' che esista una discontinuità forte fra questo Pontificato e TUTTI quelli precedenti anche se poi viene colpito in particolare Benedetto XVI. Dalla strada imboccata sara' difficile se non impossibile tornare indietro.

Le dichiarazioni del card. Dziwisz su Maciel nel commento di Tom Roberts e la ricostruzione del blog

Clicca qui per leggere il commento. Qui una traduzione sommaria.
Tralascio ogni commento sulle dichiarazioni di Dziwisz e mi soffermo invece sul caso Maciel, di cui abbiamo parlato a lungo sui nostri blog negli anni scorsi, anche quando il nome di colui che è stato definito criminale da Benedetto XVI non poteva nemmeno essere pronunciato. Maciel, l'innominabile, come spesso abbiamo ricordato... 
Qui lo speciale preparato negli anni scorsi.
Ricordiamo solo che il card. Ratzinger fu l'unico a non partecipare ai megafesteggiamenti organizzati dal Vaticano in occasione del sessantesimo anniversario di sacerdozio dello stesso Maciel come confidato a Rodari da Mons. Scicluna (clicca qui).
In questi mesi qualcuno ha osato dire e scrivere che "finalmente" non si parla piu' di pedofilia nella chiesa.
ahahahahahaah scusate se rido. Mi domando chi tirava sempre fuori l'argomento in tutte le sedi se non i mass media stessi ma tant'e'...
Il Pontificato di Benedetto XVI è stato definito "penitenziale". Giusto! E meno male che qualcuno, nella chiesa, ha deciso di prendere di petto certa sporcizia, di affrontarla e di estirpare il problema che per decenni e decenni era rimasto sotto i tappeti e gli zerbini.
Joseph Ratzinger, cardinale e Papa, ha deciso di propria iniziativa ed incontrando resistenze all'interno della stessa gerarchia cattolica di mettere il grembiule, la maschera, i guanti e di mettere un po' d'ordine dopo avere fatto pulizia. Oggi si parla di misericordia. Non oso immaginare che cosa sarebbe accaduto se, nel 2010, Benedetto avesse pronunciato un simile vocabolo nel bel mezzo della tempesta mediatica. Ma lasciamo perdere...
Credo che nessuno possa contestare cio' che sto per scrivere e che ripeto prendendo spunto da un commento letto sul blog tempo fa: Benedetto XVI ha deciso di caricarsi personalmente di tutte le colpe passate, presenti (anche future?) della chiesa. 
Egli coscientemente ha accettato che venisse sporcata la sua veste bianca purche' fosse preservata quella di tutti gli altri. Per questo suo sacrificio non ha ricevuto nemmeno un grazie né dall'interno né dall'esterno di quella chiesa a cui ha dedicato la sua intera esistenza.
Mi dispiace ma è un comportamento che non posso accettare perché la giustizia divina porrà rimedio a certe schifezze ma intanto quella terrena implora un po' di onesta' e di obiettivita'.
Raffaella

domenica 10 novembre 2013

Benedetto XVI visita i bambini ricoverati al Gemelli (YouTube)

Grazie al lavoro della nostra Gemma rivediamo alcune immagini (con commento) della commovente visita di Benedetto XVI ai Bambini ricoverati nei Reparti di Pediatria del Policlinico “Agostino Gemelli” (5 gennaio 2011).



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De Guedes (Legionari di Cristo): “Seguo l’esempio di Ratzinger e mi ritiro”

Clicca qui per leggere l'articolo.
Dispiace questa decisione. De Guedes era stato nominato per imprimere un nuovo corso ai Legionari. Singolare che abbia richiamato la rinuncia di Benedetto XVI.

Ultima fermata Medjugorje. Così Müller conferma lo stop di Roma sulle apparizioni (Matzuzzi)

Clicca qui per leggere l'articolo.
Lodi a Müller per il suo coraggio. Si avvia a diventare il "Ratzinger di Bergoglio", un compito straordinariamente difficile e sommamente ingrato. Non avra' nessun ringraziamento, come non lo ebbero prima di lui Ottaviani e Ratzinger, e rischia di essere il nuovo parafulmine della chiesa. Prego per lui affinche' la sua fede lo sostenga. 

Epater le bourgeois catholique (Gnocchi e Palmaro)

Clicca qui per leggere l'articolo.

giovedì 7 novembre 2013

Benedetto XVI prende possesso della Basilica di San Paolo Fuori le Mura (YouTube)

Grazie allo straordinario lavoro della nostra Gemma riviviamo il giorno della visita di Benedetto XVI a San Paolo Fuori le Mura in occasione della presa di possesso della Basilica. Era il 25 aprile 2005. Grazie ancora per i bellissimo dono.




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lunedì 4 novembre 2013

Come volevasi dimostrare...quanto è facile continuare ad attaccare ed offendere Benedetto XVI in televisione!

Carissimi amici, ho riflettuto a lungo sull'opportunita' di scrivere questo post ma poi ho deciso che fare finta di nulla non solo non e' giusto ma non aiuta nessuno a riflettere.
Ieri sera, per puro caso, mi sono imbattuta nella trasmissione domenicale di Raitre, da quest'anno prolungata in prima serata. La nota comica che ritrovera' anche a Sanremo chi decidera' di seguire il Festival (io non di certo...) si e' lanciata in una appassionata e commovente difesa di Papa Francesco (come se ne avesse bisogno...) ma, per farlo, e' caduta in tutta una serie di luoghi comuni contro Benedetto XVI.
Parlando del caso di un vescovo tedesco che avrebbe utilizzato un bel po' di soldi per ristrutturare la propria abitazione, la signora in questione ha affermato che il prelato e' stato cacciato dal Papa e la casa trasformata in un centro di accoglienza per i poveri o qualcosa del genere. Controllate voi se l'informazione e' corretta.
Fin qui tutto bene ma la comica ha voluto metterci del suo e, parlando al vescovo tedesco come se fosse suo amico, gli ha chiesto perche' non avesse compiuto l'impresa quando c'era "quello di prima", fra l'altro suo connazionale. Si', quel Joseph (parole della signora) che aveva i cappellini, le scarpe di Prada e tutto il guardaroba degno di...non ho capito chi.
A me va bene tutto. Sono piu' che felice che il nuovo Papa abbia avvocati difensori di tale livello. Purtroppo per lui Benedetto XVI aveva ben pochi dignitari che gli stavano a fianco. C'era anche, modestamente, questo blog ma di certo non possiamo paragonarci alla forza, all'intelligenza ed all'arguzia di una persona come la comica di Raitre pero', nel nostro piccolo, abbiamo fatto un lavoro "onesto" cercando di smontare pregiudizi, cattiverie e di far passare la verita' per quanto possibile.
Chi puo' dire di avere fatto lo stesso? Il Vaticano? La curia? Ci sono voluti anni prima che si decidessero ad ammettere che le scarpe indossate da Benedetto XVI non erano di Prada ma di artigiani puri e semplici. Si veda la foto e si legga uno dei tanti articoli. Intanto pero' la vulgata resiste e la signora in questione fa battute DA ANNI su questo punto senza che nessuno dica una parola. Vale per il Vaticano ma anche per i giornalisti "di settore" (diciamo cosi') che spesso e volentieri non hanno corretto il tiro di loro illustri colleghi.
E vale anche, lasciatemelo dire, anche per chi ha alimentato la discontinuita' fin dalla sera del 13 marzo 2013 lasciando credere al pubblico poco informato e consapevole che tutto cio' che viene dal passato, soprattutto il Papa che ha regnato fino al 28 febbraio scorso, sia da buttare e da dimenticare al piu' presto.
E' questo che si vuole? E' possibile ma qualcuno deve pur fare qualche puntualizzazione.
Alla signora di Raitre ed ai seguaci vorrei chiedere: ora che, dalle vostre parole, sembra che abbiate ottenuto cio' che avete sempre sognato, perche' attaccare e denigrare Benedetto XVI? Avete vinto o credete di avere vinto? Non c'e' bisogno di stravincere.
R.

Benedetto XVI ed il matrimonio: la risposta ad una domanda sul viaggio in Spagna (YouTube)

Grazie al lavoro della nostra Gemma rivediamo questo stralcio tratto dall'intervista concessa da Benedetto XVI nell'agosto 2006 in vista del viaggio in Baviera del mese successivo.
Due cose colpiscono: la grande fiducia che traspare dal volto del Santo Padre, sereno e pieno di speranza per il futuro, e le parole di accoglienza e di affetto verso il prossimo. Mi dispiace molto che l'essenza di certi discorsi di Benedetto XVI non sia stata colta (i media hanno una grande e grave responsabilita' nella costruzione della leggenda nera) e che, piano piano, quella fiducia si sia affievolita non tanto in Benedetto XVI quanto in noi o, meglio, in me...




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venerdì 1 novembre 2013

Buona Festa di Ognissanti a tutti :-)

Carissimi amici, auguro a tutti una serena Festa di Ognissanti con un ricordo particolare per i nostri cari defunti che domani ricorderemo con particolare affetto.
Un abbraccio
Raffaella

giovedì 31 ottobre 2013

Il sacramento dell'ordine negli studi di Joseph Ratzinger (Müller)

Il sacramento dell'ordine negli studi di Joseph Ratzinger

Oltre la crisi verso il rinnovamento

di Gerhard Ludwig Müller

Se Cristo, per mezzo della sua risurrezione, ha superato la più grande crisi mai esistita della fede -- la crisi pre-pasquale dei discepoli -- e, in particolare, la crisi della missione e della potestà apostolica, e dunque anche del sacerdozio cattolico, allora, è proprio e soltanto nel nostro sguardo rivolto al Signore che è possibile superare anche tutte le crisi storiche del sacerdozio.
Corrispondendo al suo sguardo su di noi e sul nostro sacerdozio, con il nostro sguardo rivolto a Lui, fissando i nostri occhi in quelli del Sommo sacerdote, crocifisso e risorto, possiamo superare ogni ostacolo e difficoltà.
Penso in particolare alla crisi della dottrina del sacerdozio, avvenuta durante la Riforma protestante, una crisi a livello dogmatico, con cui il sacerdote è stato ridotto a un mero rappresentante della comunità, mediante una eliminazione della differenza essenziale fra il sacerdozio ordinato e quello comune di tutti i fedeli. E poi alla crisi esistenziale e spirituale, avvenuta nella seconda metà del XX secolo ed esplosa dopo il concilio Vaticano II, delle cui conseguenze noi oggi ancora soffriamo. 
Joseph Ratzinger, nell'ampio volume Annunciatori della Parola e servitori della vostra gioia -- il dodicesimo dell'opera omnia -- ha suggerito un superamento di queste crisi con una proposta ad alto livello teologico, donandoci una guida per favorire un rinnovamento del sacerdozio sacramentale istituito da Cristo.
Gli studi scientifici, le meditazioni e le omelie sul servizio episcopale, presbiterale/sacerdotale e diaconale, contenute in questo volume, abbracciano un lasso di tempo di quasi cinquant'anni, a partire dagli anni immediatamente precedenti l'inizio del Vaticano II.
A questo avvenimento, che è stato quello che più ha segnato la storia recente della Chiesa, molti associano, a seconda della rispettiva posizione, l'inizio di una trasformazione conforme allo spirito del tempo, ovvero l'inizio di una profonda crisi della Chiesa e in particolare del sacerdozio.
Il concilio ha inquadrato la costituzione gerarchica della Chiesa -- la quale si dispiega nei differenti compiti del vescovo, del sacerdote e del diacono -- in un'ecclesiologia di ampio respiro, rinnovata a partire dalle fonti bibliche e patristiche (cfr. Lumen gentium, 18-29). Le affermazioni sui gradi dell'episcopato e del presbiterato vennero approfondite nei decreti Christus Dominus e Presbyterorum ordinis.
In tal modo, il concilio ha cercato di riaprire una nuova strada verso l'autentica comprensione dell'identità del sacerdozio. Perché mai si giunse allora, all'indomani del concilio, a una sua crisi d'identità, paragonabile storicamente solo con le conseguenze della Riforma protestante del XVI secolo?

Nella parte a) del libro, dal titolo «Teologia del sacramento dell'ordine», Joseph Ratzinger intende rispondere anche a questa domanda e mostra, con afflato positivo, sia il fondamento biblico che il conseguente sviluppo storico-dogmatico del sacramento dell'ordine.

Nella parte b), il lettore troverà, sotto il titolo «Servitori della vostra gioia», una raccolta di meditazioni sulla spiritualità sacerdotale. Tale titolo riprende le parole che il novello sacerdote Joseph Ratzinger pose sull'immaginetta-ricordo della sua prima messa.

Seguono, nella parte c), le prediche tenute in occasione di diverse ordinazioni sacerdotali e diaconali, di prime messe e di anniversari di sacerdozio o di episcopato. Non si tratta di lirica devota, ma del tentativo riuscito di portare alla luce le fonti spirituali alle quali ogni sacerdote giornalmente attinge, per essere un servo buono del suo Signore e un servitore della lieta novella di Cristo, capace di entusiasmare: un pastore che non pasce se stesso, ma che, come Cristo, il Pastore supremo, dà la sua vita per le pecore del gregge di Dio.

Ratzinger evidenzia che laddove viene meno il fondamento dogmatico del sacerdozio cattolico, non solo si esaurisce la fonte alla quale si può efficacemente abbeverare una vita alla sequela di Cristo, ma viene meno anche la motivazione che introduce sia a una ragionevole comprensione della rinuncia al matrimonio per il regno dei cieli (cfr. Matteo, 19, 12), che del celibato quale segno escatologico del mondo di Dio che verrà, segno da vivere con la forza dello Spirito Santo, in letizia e certezza.
Se la relazione simbolica che appartiene alla natura del sacramento viene oscurata, il celibato sacerdotale diviene il relitto di un passato ostile alla corporeità e viene additato e combattuto come l'unica causa della penuria di sacerdoti. Non da ultimo, scompare poi anche l'evidenza, per il magistero e la prassi della Chiesa, che il sacramento dell'ordine debba essere amministrato solo a uomini. Un ufficio concepito in termini funzionali, nella Chiesa, si espone al sospetto di legittimare un dominio, che invece dovrebbe essere fondato e limitato in senso democratico.
La crisi del sacerdozio nel mondo occidentale, negli ultimi decenni, è anche il risultato di un radicale disorientamento dell'identità cristiana di fronte a una filosofia che trasferisce all'interno del mondo il senso più profondo e il fine ultimo della storia e di ogni esistenza umana, privandolo così dell'orizzonte trascendente e della prospettiva escatologica.
Attendere tutto da Dio e fondare tutta la propria vita su Dio, che in Cristo ci ha donato tutto: questa sola può essere la logica di una scelta di vita che, nella completa donazione di sé, si pone in cammino alla sequela di Gesù, partecipando alla sua missione di Salvatore del mondo, missione che egli compie nella sofferenza e nella croce, e che Egli ha ineludibilmente rivelato attraverso la sua risurrezione dai morti.
Ma, alla radice di questa crisi del sacerdozio, bisogna rilevare anche dei fattori infra-ecclesiali. Come mostra nei suoi primi interventi, Raztinger possiede fin dall'inizio una viva sensibilità nel percepire da subito quelle scosse con cui si annunciava il terremoto: e ciò soprattutto nell'apertura, da parte di tanti ambiti cattolici, all'esegesi protestante in voga negli anni Cinquanta e Sessanta del secolo scorso.
Spesso, da parte cattolica, non ci si è resi conto delle visioni pregiudiziali che soggiacevano all'esegesi scaturita dalla Riforma. E così sulla Chiesa cattolica (e ortodossa) si è abbattuta la furia della critica al sacerdozio ministeriale, nella presunzione che questo non avesse un fondamento biblico.
Il sacerdozio sacramentale, tutto riferito al sacrificio eucaristico -- così come era stato affermato al concilio di Trento -- a prima vista non sembrava essere biblicamente fondato, sia dal punto di vista terminologico, sia per quel che riguarda le particolari prerogative del sacerdote rispetto ai laici, specialmente per ciò che attiene al potere di consacrare. La critica radicale al culto -- e con essa il superamento, a cui si mirava, di un sacerdozio che limitasse la pretesa funzione di mediazione -- sembrò far perdere terreno a una mediazione sacerdotale nella Chiesa.
Alla critica formulata dalla Riforma al sacerdozio sacramentale -- il quale avrebbe messo in discussione l'unicità del sommo sacerdozio di Cristo (in base alla Lettera agli Ebrei) e avrebbe emarginato il sacerdozio universale di tutti i fedeli (secondo 1 Pietro, 2, 5) -- si è unita infine la moderna idea di autonomia del soggetto, con la prassi individualista che ne deriva, la quale guarda con sospetto a qualunque esercizio dell'autorità.
Da una parte, osservando che Gesù, da un punto di vista sociologico-religioso, non era un sacerdote con funzioni cultuali e dunque (per usare una formulazione anacronistica) era un laico, e dall'altra parte, basandosi sul fatto che, nel Nuovo Testamento, per i servizi e i ministeri, non viene addotta alcuna terminologia sacrale, bensì denominazioni ritenute profane, è sembrato che si potesse considerare dimostrata come inadeguata la trasformazione -- nella Chiesa delle origini, a partire dal III secolo -- di coloro che svolgevano mere “funzioni” all'interno della comunità, in impropri detentori di un nuovo sacerdozio cultuale.
Joseph Ratzinger sottopone, a sua volta, a un puntuale esame critico, la critica storica improntata alla teologia protestante e lo fa distinguendo i pregiudizi filosofici e teologici dall'uso del metodo storico. In tal modo, egli riesce a mostrare che con le acquisizioni della moderna esegesi biblica e una precisa analisi dello sviluppo storico-dogmatico si può giungere in modo assai fondato alle affermazioni dogmatiche prodotte soprattutto nei concili di Firenze, di Trento e del Vaticano II.
La teologia cattolica potrebbe comprendere le obiezioni rivolte contro il suo sacerdozio se questo venisse da lei inteso come una mediazione autosufficiente, o anche solo integrativa, accanto o a esclusione di quella di Cristo. Perciò, anche le obiezioni di Martin Lutero, in realtà non toccano il nucleo centrale dell'insegnamento dogmatico vincolante sul sacerdozio sacramentale.
Il concilio di Trento, nel suo decreto sul sacramento dell'ordine, si limitò a respingere le obiezioni del primo riformatore, ma rinunciò a presentarne un'ampia trattazione teologica. E tuttavia, i decreti tridentini di riforma, per lo più a torto trascurati -- Ratzinger lo sottolinea con forza -- danno importanza alla concezione biblica del sacerdote come servitore della Parola e dei sacramenti, e anche come pastore sollecito della salute spirituale dei fedeli.
Nel dialogo ecumenico devono peraltro essere messi a tema, al di là delle differenze di contenuto, anche i principi formali della teologia: la Scrittura, la tradizione e il magistero, i quali, pur differendo fra essi, cooperano al fine di preservare la totalità della rivelazione. Rivelazione che deve essere protetta da un'esegesi soggettivistica e arbitraria, così da preservarne la pienezza e la pretesa totale.
Qui emerge anche quella dimensione del sacramento dell'ordine che va oltre le funzioni del presbitero e del diacono. Si tratta della responsabilità propria dei vescovi, come successori degli apostoli, nel loro ufficio magisteriale e pastorale rispetto alla Chiesa universale.
Per questo, secondo la concezione cattolica, anche il servizio del vescovo di Roma, quale successore di Pietro, è di imprescindibile importanza. A tal proposito, Ratzinger rimanda di continuo a Ireneo di Lione che, con il principio della Scrittura apostolica, della tradizione apostolica e della successione apostolica dei vescovi, ne ha stabilito il criterio normativo permanente.
In fondo, già nell'opera di delimitazione della gnosi, compiuta da Ireneo con l'Adversus haereses, sono contenuti anche i tratti essenziali circa la dottrina del primato papale, tanto che il successivo sviluppo del magistero, nella sua intenzione autentica, può essere chiarito proprio a partire da Ireneo.
Fa parte della riconquista dell'identità sacerdotale la disponibilità a intendere se stessi come servitori della Parola e testimoni di Dio nella sequela di Cristo, e a vivere in comunione con Lui. Perché questo sia possibile, sono richieste al sacerdote sia una buona formazione teologica che un costante rapporto con la teologia scientifica.

(©L'Osservatore Romano 31 ottobre 2013)

Pastore e teologo

Anticipiamo stralci della relazione che l'arcivescovo Gerhard Ludwig Müller, prefetto della Congregazione per la Dottrina della fede, tiene nel pomeriggio del 30 ottobre a Palermo, nella Facoltà Teologica di Sicilia San Giovanni evangelista, nell'incontro «Joseph Ratzinger pastore e teologo». Nell'occasione viene presentato il volume dodicesimo dell'opera omnia di Ratzinger Annunciatori della Parola e servitori della vostra gioia. Teologia e spiritualità del Sacramento dell'Ordine curato dallo stesso arcivescovo (Città del Vaticano, Libreria Editrice Vaticana, 2013, pagine 990).

(©L'Osservatore Romano 31 ottobre 2013)